Il piano di Greenpeace per un’Italia a emissioni zero
Notevoli, inoltre, sarebbero i vantaggi economici: in termini occupazionali si registrerebbe un aumento dell’occupazione diretta nel settore energetico pari al 65%, per un totale di 163 mila lavoratori nel 2030
di Redazione
In occasione degli Stati Generali dell’economia, Greenpeace ha proposto un piano per il rilancio dell’Italia in chiave green e sostenibile, che permetterebbe al paese di rispettare gli accordi di Parigi sul clima senza ulteriori costi per lo Stato. Secondo l’organizzazione, infatti, migliorando e intensificando gli obiettivi che si è dato il governo è possibile a breve arrivare al traguardo delle zero emissioni, con più vantaggi per l’economia anche sotto l’aspetto occupazionale.
Lo studio, commissionato da Greenpeace all’Institute for Sustainable Future di Sydney, sostiene che le misure contenute nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima che il governo ha presentato all’Unione europea, siano troppo blande per raggiungere l’obiettivo e quindi propone due scenari: il traguardo di emissioni zero dell’Italia al 2040 e l’altro di una decarbonizzazione totale entro il 2050.
Il piano prevede un drastico taglio delle emissioni di CO2 del 59-60% invece che del 33% previsto dagli attuali obiettivi europei per l’Italia nel PNIEC, il raddoppiamento della quota di solare fotovoltaico rispetto alle previsioni del PNIEC, con circa 100 GW di impianti installati al 2030 e un minore ricorso al gas. Queste modifiche comporterebbero in termini occupazionali un aumento dell’occupazione diretta nel settore energetico pari al 65%, per un totale di 163 mila lavoratori nel 2030, contro i 98 mila previsti con il piano del governo.
Quelle dello studio, come sottolinea il comunicato di Greenpeace, non sono richieste impossibili: in termini di costi per l’Italia, il necessario aumento degli investimenti nel settore rinnovabile di 37 miliardi nel decennio 2020-2030, potrà essere coperto per la quasi totalità – 36,5 miliardi – dai notevoli risparmi dovuti al minor consumo e quindi ai minori costi di importazione, di gas fossile, petrolio e carbone. Proprio tra gli aspetti positivi riportati nello studio, l’Italia ne gioverebbe anche dal punto di vista della sicurezza energetica poiché il livello di dipendenza dalle importazioni scenderebbe dall’attuale 76,4% al 30% circa.
È evidente che un piano così ambizioso oltre a necessitare di investimenti, economicamente sostenibili, secondo lo studio, avrebbe bisogno di essere anche sostenuto da politiche che incentivino l’utilizzo delle rinnovabili e da una modifica nella burocrazia per rendere le procedure più veloci.
[…] giorni fa Greenpeace ha presentato al governo italiano un piano più ambizioso per un drastico taglio delle emissioni di CO2 del 59-60% invece che del 33% […]