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Quando le vacanze sono un “sogno” per i cittadini europei

Secondo l’Eurostat, nel 2019 il 44% degli italiani non poteva permettersi una settimana di vacanza. Il dato, a causa della pandemia, potrebbe peggiorare nell’estate 2020

di Redazione

Secondo l’Eurostat il 29% dei cittadini dell’Unione Europea nel 2019 non poteva permettersi di pagare una settimana di vacanza l’anno. Il dato, seppur alto, complessivamente attestava in realtà una graduale ripresa del settore del turismo dopo la crisi economica, infatti, la quota di coloro che non potevano andare in vacanza per questioni economiche si è ridotta dal 39% del 2010.

A causa dei blocchi delle frontiere e soprattutto a causa delle conseguenze sull’economia derivanti dalla diffusione del coronavirus, i dati del 2020 probabilmente registreranno un nuovo peggioramento.

In particolare, secondo l’Eurostat, in Italia nel 2019 il 44% dei residenti non poteva permettersi una settimana di vacanza lontano da casa. La quota di italiani che non possono permettersi una vacanza, è inferiore solo ai residenti di Cipro, Croazia, Grecia e Romania. Mentre dal lato opposto della classifica Svezia, Lussemburgo e Danimarca, paesi in cui solo una quota tra il 10 e l’11% di persone non possono andare in vacanza per questioni economiche.

Perché le attuali condizioni in cui versa il settore del turismo pesano in particolare per l’Italia

Le attuali condizioni in cui versa il settore del turismo pesano in particolare per l’Italia, poiché, sempre secondo l’Eurostat, l’Italia, insieme alla Spagna, è la destinazione europea preferita dai residenti dell’Unione al di fuori del proprio paese, soprattutto nella stagione estiva. Inoltre, i turisti stranieri, secondo un’indagine Coldiretti, costano circa 12 miliardi al sistema turistico nazionale per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Pesano anche perché a causa del coronavirus, sia per paura che per difficoltà economiche, molti italiani hanno scelto di non godere delle ferie o almeno di rimandarle. Secondo un’indagine di Unioncamere, realizzata da Isnart, nel 2020 calano di oltre il 40% gli italiani che partiranno per le vacanze rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo significa che la metà degli italiani non andrà in vacanza quest’anno.

Dalla ricerca emerge anche che l’emergenza coronavirus influenza non solo economicamente la decisione di andare o meno in vacanza, ma condiziona anche, nel il 31% dei casi, su dove andare. Oltre le località di mare, le più gettonate sono Sicilia e Puglia, nell’indagine si sottolinea che gli italiani sembrano premiare, rispetto al passato, le regioni in cui il virus ha avuto un impatto minore o che garantiscono al meglio il distanziamento sociale perché offrono aree interne scarsamente popolate, come Umbria, Abruzzo e Friuli che vedono importanti aumenti del numero di turisti e del Molise, che addirittura raddoppia quelli registrati nel 2019.

 

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