Breve guida al Recovery Fund
Cos’è, come funziona il piano varato dall’UE e quali benefici, secondo la Banca d’Italia, potrebbe offrire all’economia italiana
di Mirko Spadoni
Vuole «essere una nave che ci tiene a galla in mare mosso e ci fa superare la tempesta». Così il vice-presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha descritto il Recovery Fund, il piano varato dall’Unione europea per aiutare l’economia ad uscire dalla crisi scatenata dalla pandemia e che, secondo le stime della Banca d’Italia, potrebbe contribuire, nello scenario migliore, alla crescita del Prodotto interno lordo italiano e dell’occupazione, nell’arco di qualche anno.
Cos’è il Recovery Fund e come funziona
Proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella sua attuale forma – ci sono voluti mesi di trattative tra i paesi dell’UE per stabilire la somma da stanziare e il modo in cui andrà ripagata –, il Recovery Fund prevede 750 miliardi di euro, 390 dei quali verranno erogati sotto forma di sovvenzioni, che in quanto tali non dovranno essere ripagati dai paesi destinatari, mentre il resto (360 miliardi di euro) verrà distribuito sotto forma di credito: 77,5 miliardi saranno destinati a piani specifici – sostenibilità, ambiente…–, la stragrande maggioranza (672,5 miliardi) sarà impiegato per stimolare la ripresa economica. Secondo una stima del governo italiano, la quota che spetterà all’Italia sarà di 208 miliardi di euro, 81 dei quali di sovvenzioni. Il resto, ovviamente, di crediti. Come viene finanziato: è prevista una condivisione del debito che permetterà alla Commissione europea di emettere titoli comuni sui mercati finanziari mentre gli Stati membri non erogheranno soldi, ma dovranno “solo” garantire che, in caso di necessità, sosterranno i titoli. Entro la fine del 2058, il debito andrà interamente ripagato.
Quando sarà disponibile
Stando ai piani iniziali, il Recovery Fund dovrebbe essere disponibile all’inizio del 2021. Le cose, però, potrebbero non andare secondo il programma: il pacchetto UE, che comprende il bilancio pluriennale e il Recovery Fund, deve essere ancora approvato dal Parlamento europeo e dai parlamenti degli Stati membri.
Le stime di Bankitalia su Pil e occupazione…
La Banca d’Italia sostiene che è difficile quantificare l’eventuale impatto del piano sull’economia italiana, aggiungendo che «l’incertezza è molto elevata». «Si può tuttavia affermare con ragionevole certezza che tali benefici potranno essere molto rilevanti per il nostro paese», ha osservato Bankitalia in audizione alla commissione bilancio della Camera dei deputati. Bankitalia ha ipotizzato due scenari, uno dei quali, il più favorevole, prevede un incremento cumulato del Prodotto interno lordo di circa il 3% entro il 2025. Nell’illustrarli, la Banca d’Italia ha sottolineato che «entrambi gli scenari presuppongono che i fondi disponibili per l’Italia, che si assumono pari a 120 miliardi per i prestiti e a 87 per i trasferimenti, siano utilizzati pienamente e senza inefficienze, con una distribuzione della spesa uniforme nel quinquennio 2021-2025». L’occupazione, infine: in cinque anni, nello scenario migliore, tutto ciò dovrebbe contribuire alla creazione di circa 600 mila posti di lavoro.
…e i dubbi
I dubbi non mancano, in realtà: secondo Bankitalia, nella gestione delle risorse, l’Italia dovrà sostenere «uno sforzo straordinario nell’attività di programmazione e una capacità di realizzazione che non sempre il paese ha mostrato di possedere».
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