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Usa 2020. Breve storia dei dibattiti televisivi

Dallo storico Kennedy-Nixon del 1960 agli ultimi di Trump e Hillary Clinton, cosa aspettarsi dal duello tv di domani tra il presidente statunitense e Joe Biden

di Fabio Germani

Domani, martedì 29 settembre si terrà il primo dibattito televisivo tra il presidente statunitense Donald Trump e lo sfidante democratico, l’ex vicepresidente Joe Biden. Il faccia a faccia si terrà a Cleveland, in Ohio, e verrà moderato da Chris Wallace, giornalista di Fox News. La situazione legata al Covid cambierà alcune regole, a partire dalle consuete strette di mano tra i pretendenti alla Casa Bianca, che non ci saranno (per il resto sono previsti 90 minuti di confronto senza interruzioni, di cui 15 per ogni singolo tema: emergenza Covid, Corte Suprema, questioni razziali ed economia, tra gli altri). Trump ha già messo in luce il suo stile esuberante arrivando a chiedere per Biden una sorta di test antidoping prima del dibattito. La tesi è che Biden avrebbe perso lo smalto di un tempo e l’alternanza di prestazioni negative ad altre positive durante il periodo delle primarie dem o in occasione dei discorsi durante la convention estiva hanno spinto il presidente a supporre che «solo l’assunzione di sostanze può aver causato queste discrepanze». Ovviamente, è la sua rassicurazione al riguardo, si sottoporrebbe al test anche lui.   

Fonte: YouTube

L’aneddoto anticipa già qualcosa di quello che potremo osservare domani (il dibattito verrà trasmesso in Italia dai canali all news o in diretta YouTube quando da noi sarà la notte tra martedì 29 e mercoledì 30 settembre). Quattro anni fa, i duelli Trump – Hillary Clinton, misero in risalto la maggiore propensione all’improvvisazione, alla battuta ad effetto, che non alla preparazione, dell’attuale inquilino alla Casa Bianca. Uno stile roboante, di forte impatto emotivo, volto a consolidare i giudizi dei suoi sostenitori. Ma che tipo di conseguenze possono suscitare i dibattiti televisivi – di norma tre, più uno che coinvolge i candidati vicepresidenti – sull’elettorato in vista del voto per le presidenziali? La risposta più immediata è: «Dipende». Di base spostano poco, almeno tra quanti hanno già un’idea chiara sui candidati ed esprimono una convinta intenzione di voto. Possono invece incidere sulle opinioni degli indecisi, tutto è capire in che percentuali e in quali termini. Sarà allora curioso, in questo caso, verificare se lo scoop del New York Times sulle tasse non pagate dal presidente negli ultimi anni avrà un “seguito” durante il dibattito. 


Il 26 settembre del 1960, negli studi di Chicago della CBS, si svolse il primo dibattito televisivo della storia tra l’allora vicepresidente repubblicano Richard Nixon e il candidato democratico John Fitzgerald Kennedy. La vicenda è nota: Kennedy apparve più a proprio agio con il mezzo televisivo, mentre Nixon sembrò più impacciato anche a causa di uno stato di forma fisica non ottimale in quel momento. I sondaggi relativi all’evento, evidenziarono una scarsa differenza di vedute tra quanti seguirono il confronto alla radio, mentre coloro che lo seguirono alla tv sancirono una netta vittoria di Kennedy. Il nuovo medium, dunque, introdusse una variabile fondamentale per la politica moderna: la “televisività”. Molti osservatori politici ritennero quel primo dibattito alla tv determinante per la vittoria di Kennedy.


La televisività impone nuove regole non scritte, un accurato studio da parte degli spin che preparano la competizione nei minimi dettagli con settimane di anticipo, prontezza di riflessi al fine di evitare situazioni spiacevoli, un modo innovativo di fare comunicazione politica. Ronald Reagan viene ricordato come uno dei più abili a sfruttare la visibilità dei confronti televisivi.


Il dibattito a tre tra Bill Clinton, George H.W. Bush e il candidato indipendente Ross Perot (1992).



Al Gore prova a intimorire George W. Bush (2000).


Il primo dibattito tra Barack Obama e Mitt Romney (2012) fu vinto, inaspettatamente stando ai pronostici della vigilia, proprio dal candidato repubblicano.


Nei successivi due Obama si riprese, ma una prima spinta arrivò da Joe Biden il quale la spuntò con disinvoltura nel dibattito con l’allora candidato repubblicano alla vicepresidenza, Paul Ryan. Ora per Biden la sfida più dura: quella di domani con Trump.


@fabiogermani

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3 Commenti per “Usa 2020. Breve storia dei dibattiti televisivi”

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