Il futuro del lavoro, tra innovazione e green
Secondo il focus di Censis e Confcooperative, la ripartenza dell’Italia, dopo l’emergenza, passerà attraverso le eco aziende e le startup innovative
di Redazione
Il futuro dell’economia e la ripartenza dell’Italia sono sempre più green e passerà per le aziende eco-sostenibili. Questo è lo scenario che emerge dal focus Censis Confcooperative Dopo le macerie la ricostruzione, ecco l’Italia che ce la fa diffuso in occasione dell’assemblea nazionale di Confcooperative. Le imprese green, si rileva, assumeranno entro il prossimo quadriennio 1,6 milioni di persone, di cui 978 mila con competenze elevate nella sostenibilità ambientale. Secondo lo studio, il fabbisogno occupazionale complessivo del sistema produttivo italiano entro il 2024 sarà pari a 2,6 milioni di occupati, di questi sei su dieci nuovi posti di lavoro saranno impiegati da imprese green. Il confronto con i dati dell’edizione dello scorso anno mostrano un avanzamento significativo poiché si prevedeva che dal 2019 al 2023 ogni cinque nuovi posti di lavoro creati dalle imprese italiane, uno sarà generato da aziende eco-sostenibili.
I passi avanti fatti nell’ultimo anno si legano molto alla maggiore consapevolezza delle imprese circa l’importanza delle risorse rinnovabili e i rischi ambientali. Secondo un’analisi condotta da Cerved nel corso di quest’anno, Il 75% delle imprese intervistate ha dichiarato una maggiore sensibilità ai temi sociali e ambientali, mentre il 57,1% ha dichiarato di voler orientare la propria attività sviluppando un maggiore impegno in iniziative di sostenibilità. A livello pratico, questa maggior consapevolezza e impegno si tradurrebbe nell’adozione di un piano di sostenibilità a supporto della propria strategia aziendale, per il 45,2% delle imprese, mentre quasi il 25% ha già avviato azioni di sostenibilità durante il periodo di emergenza, a sostegno della comunità locale, percentuale che sale al 62,5% se si considerano le aziende con più di 50 dipendenti.
Il sostegno alla comunità locale è fondamentale per un completo impegno volto alla sostenibilità. Un altro pilastro e motore dell’economia del futuro, emerso anch’esso nel corso dell’assemblea di Confcooperative, è rappresentato dalle startup innovative e anche in questo caso i dati sono positivi: le piccole imprese innovative a settembre hanno superato quota 12 mila, il 10,3% in più rispetto allo stesso mese del 2019. La distribuzione a livello territoriale mostra che le regioni con la più alta concentrazione sonno la Lombardia con il 27,3%, il Lazio, 11,3%, Veneto, 8,3% e Campania con 8,1%.