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Usa 2020. Trump-Biden, sfida all’ultimo voto

Una panoramica essenziale in attesa dei risultati nei tre Stati chiave: Wisconsin, Michigan e Pennsylvania

di Fabio Germani

Al netto di qualsiasi “effetto sorpresa” – che sarebbe dovuto essere in verità scongiurato dalle analisi della vigilia, che avevano prefigurato lo scenario di un testa a testa tiratissimo fino all’ultimo (ne avevamo scritto anche su queste pagine) –, le presidenziali americane restituiscono già alcune immagini fondamentali. La prima, la più immediata: l’America si conferma un paese profondamente diviso. La seconda: probabilmente andranno riviste – ma ne sapremo di più nei prossimi giorni, dopo la lettura di una sociologia del voto più accurata – molte delle considerazioni fatte negli ultimi mesi sulla geografia demografica. La terza: se dovesse vincere Joe Biden, la sua sarà un’amministrazione subito in salita (qualcuno già prova a ipotizzare di transizione). Procediamo allora con ordine.

Mentre scriviamo, sono ancora in corso i conteggi in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania. In altre parole gli stessi Stati che decisero la vittoria di Donald Trump, quattro anni fa, contro Hillary Clinton. Come ampiamente previsto, i tre Stati della Rust Belt si confermano decisivi anche in questa tornata elettorale. Con un però: sono ancora da contare molti dei voti inviati per posta e, soprattutto in alcune aree (specie quelle urbane), potrebbero alla fine consegnare di fatto, seppur di misura, la Casa Bianca all’ex vicepresidente di Obama. Il condizionale è d’obbligo, naturalmente, poiché si tratta di una sfida all’ultimo conteggio, in definitiva stiamo parlando sul serio di un rush all’ultimo voto. Ma contestualmente, è bene sottolineare, non si è verificata fin qui quella “ondata blu” che qualcuno, anche tra gli analisti americani, timidamente aveva provato a ipotizzare. Per la serie: o vittoria a valanga di Biden o una corsa tesa, con possibilità di rimonta di Trump (stile 2016). Ma l’ondata blu non c’è stata a prescindere, come dimostrano i dati del Senato, che potrebbe confermare una risicata maggioranza repubblicana. Elementi che tra loro dimostrano come il presidente sia stato sempre in partita, nonostante un potenziale scarto tutt’altro che trascurabile su base nazionale (di poco sotto il dato medio previsto dai sondaggi), e più in generale come lo siano stati tutti i candidati repubblicani in gara. Il paese è spaccato, in questa sua fase storica, e queste elezioni lo stanno ribadendo ancora una volta (intanto si osserva un’affluenza record, al 67%). 

Perché non abbiamo ancora un vincitore

Nessuno dei due candidati ha perciò raggiunto i 270 grandi elettori necessari per dichiarare vittoria. Poco dopo le 15 del 4 novembre, dopo il precedente registrato in Wisconsin, è avvenuto il sorpasso di Biden anche in Michigan. Che intanto dovrebbe avere strappato a Trump l’Arizona (che vale 11 voti elettorali), dove invece aveva trionfato nel 2016. Potrebbero servire altre ore, però, per conoscere il verdetto (la Pennsylvania, ad esempio, ha tempo fino a venerdì). Non è un caso se nella notte, Biden ha parlato prima di Trump, anticipando le mosse del presidente (quest’ultimo ha invocato l’intervento della Corte Suprema durante il suo intervento), ricordando che un risultato definitivo sarà possibile soltanto all’ultima scheda scrutinata.

Gli elettori ispanici

A voltare le spalle a Biden, tuttavia, è stato l’elettorato ispanico. Quello che un tempo, insieme al segmento afroamericano, rappresentava lo zoccolo duro di Barack Obama (anche se il candidato democratico ha recuperato qualcosa tra gli elettori bianchi rispetto a Hillary Clinton). La Florida ha messo in luce come gli elettori di origine cubana siano maggiormente propensi a votare per un candidato conservatore. Secondo gli exit poll di NBC, anche il 30% dei portoricani e il 48% di altri latini avrebbero votato per Trump in Florida.

La situazione al momento (mercoledì 4 novembre, ore 15.30)

via New York Times

Il New York Times assegna al momento (ore 15.30 del 4 novembre) 227 grandi elettori a Biden e 213 a Trump. Per la CNN è 224 a 213. ABC 225 a 213. Tutto ciò in attesa dei risultati soprattutto in Wisconsin e Michigan che vedono in vantaggio Biden. 

@fabiogermani

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