Green e competenze digitali per uscire dalla crisi
Nei prossimi anni serviranno sempre più lavoratori nei settori innovativi e ad alto contenuto tecnologico. E la pandemia, in qualche modo, sta accelerando l’intero processo
di Redazione
L’attuale situazione legata alla pandemia di coronavirus sta accelerando alcune dinamiche che in verità erano già in atto nel mondo del lavoro e sta inoltre favorendo ad una nuova concezione dell’economia, in cui le componenti green e quella digitale diventano sempre più fondamentali. A trainare la ripresa occupazionale dopo l’emergenza saranno infatti proprio i settori di soluzioni ecosostenibili e di competenze digitali, come l’utilizzo professionale di internet, secondo le previsioni a medio termine del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere.
Non una vera e propria novità, ma secondo i dati del rapporto, tra il 2020 e il 2024 circa 2,7 milioni di persone entreranno nel mondo del lavoro nel settore green, di queste il 62%, che corrispondono ad oltre 1,6 milioni di nuovi lavoratori, dovranno essere in grado di sviluppare soluzioni e strategie ecosostenibili, mentre il 38%, pari a quasi un milione, soluzioni relative al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, che sarà un fattore determinante per l’assunzione.
La necessità di competenze green nei prossimi cinque anni sarà trasversale a tutte le professioni, da quelle già esistenti – come ingegneri civili, energetici e meccanici, tecnici nella gestione dei cantieri edili e tecnici della sicurezza sul lavoro – alla domanda di nuove figure, i cosiddetti green jobs, come ad esempio il giurista ambientale, l’energy manager, lo specialista in contabilità verde, l’informatico ambientale, il promotore di nuovi materiali sostenibili. Da queste professioni, vecchie e nuove, risulta, come sottolinea Unioncamere, che molti dei nuovi lavoratori che andranno a soddisfare il fabbisogno occupazionale riguarderanno, per almeno il 46% del totale, profili altamente qualificati.
Anche per quanto riguarda le competenze digitali, queste saranno richieste sia per profili professionali già esistenti, che per nuove figure emergenti come data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, business intelligence analyst e artificial intelligence system engineer. La richiesta di competenze digitali interesserà circa 1,5 milioni dei lavoratori nei prossimi cinque anni, corrispondenti al 56% delle opportunità di lavoro che si creeranno fra turnover e nuovi posti.
I due trend sono stati in qualche modo amplificati proprio dalla pandemia. Da un lato il coronavirus ha determinato una spinta verso un processo di digitalizzazione di molte attività produttive e lavorative, dall’altra le imprese già sviluppate in questo senso si sono trovate avvantaggiate rispetto alle altre per le quali l’impatto è stato più drastico. Allo stesso modo, per quanto riguarda le competenze green: secondo quanto rilevato in un’indagine svolta da Symbola e Unioncamere nel mese di ottobre di quest’anno, le aziende green sono le più resilienti, poiché tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità, il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green.