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Calano le emissioni di CO2, ma non la concentrazione nell’atmosfera

L’UE ha un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni CO2 entro il 2030. Durante i periodi in lockdown le emissioni di anidride carbonica sono diminuite, tuttavia non si sono registrati miglioramenti significativi

di Redazione

L’UE ha annunciato l’approvazione di un’ambiziosa proposta per un nuovo obiettivo che renderà l’Europa leader nella lotta al cambiamento climatico: entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra verranno ridotte almeno del 55%. Ad un anno dal GreenDeal europeo, la decisione è in linea con il traguardo di neutralità climatica da raggiungere nel 2050 e si prospetta anche migliore rispetto a quanto sottoscritto già nell’accordo di Parigi che prevede una riduzione delle emissioni per una quota dal 25 al 40%.

In modo indiretto il coronavirus potrebbe aver contribuito in modo indiretto al raggiungimento dell’obiettivo di minori emissioni, infatti molti studi durante il periodo pandemico hanno dimostrato che i lockdown nelle aree del mondo più sviluppate hanno ridotto le emissioni di CO2, dovute al drastico calo della produzione e degli spostamenti.

Secondo i dati del Global Carbon Project, l’organizzazione che stima la quantità di gas serra prodotta globalmente, durante il periodo del lockdown le emissioni di CO2 potrebbero essersi ridotte di circa il 17% a livello globale. Ma, nonostante ciò, secondo l’Organizzazione metereologica mondiale, a fronte della riduzione delle emissioni non si è verificato un corrispondente calo della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera che anzi è risultata in aumento.

L’Organizzazione sottolinea proprio il trend di crescita della concentrazione di CO2, principale gas serra, dopo l’aumento repentino del 2019, si è verificato anche quest’anno. La concentrazione di anidride carbonica è infatti passata da quota 400 parti per milione nel 2015 a 407,9 nel 2018, fino a 410,5 parti per milione lo scorso anno, proprio come nel 2020.

Quindi la riduzione momentanea delle emissioni di anidride carbonica, proprio per le sue cause circoscritte nel tempo e non imputabili ad un cambiamento sostanziale della mentalità e dell’economia, oltre ad essere momentaneo, potrebbe risultare, secondo le conclusioni del Global Carbon Project, anche controproducente poiché si potrebbe verificare un effetto di accelerazione della produzione economica, passata la pandemia, e quindi un conseguente riaumento delle emissioni di anidride carbonica rilasciate nell’atmosfera.

 

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