L’inflazione mantiene «stabile» il disagio sociale a novembre
Il Misery Index elaborato da Confcommercio si attesta a 16,6, perdendo solo un decimo di punto rispetto al dato di ottobre
di Redazione
A novembre il disagio sociale (Misery Index), l’indice che Confcommercio registra ogni mese, risulta sostanzialmente stabile, perdendo solo un decimo di punto (16,6) rispetto al dato di ottobre, confermandosi ad un livello piuttosto elevato. Per analizzare i risultati del Misery Index, spiega Confcommercio, bisogna prendere in considerazione l’andamento dei due elementi base di cui si compone l’indicatore: la disoccupazione estesa e l’inflazione. Quest’ultima, in particolare, contribuisce a mantenere elevate le incertezze sulla situazione economica futura.
La disoccupazione estesa include inoltre sottoccupati e scoraggiati. I sottoccupati sono persone che lavorano part time, ma che vorrebbero lavorare un numero maggiore di ore e dichiarano di essere disponibili a lavorare più ore entro le due settimane successive a quella cui le informazioni sono riferite. Gli scoraggiati, invece, sono coloro che si dichiarano in cerca di lavoro, sono disponibili a lavorare nelle due settimane successive a quelle dell’intervista, anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da due a tre mesi prima dell’intervista.
A novembre il tasso di disoccupazione ufficiale, osserva Confcommercio, si è attestato al 9,2%, in diminuzione di due decimi di punto su ottobre. Il dato è sintesi di un recupero dei livelli occupazionali (+64 mila unità) e di una riduzione del numero di persone in cerca di lavoro (-43 mila unità in termini congiunturali). A questa evoluzione ha continuato ad associarsi il progressivo ritorno sul mercato del lavoro da parte degli inattivi.
A novembre 2021 le ore autorizzate di CIG sono state quasi 70 milioni a cui si sommano gli oltre 21 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. Del totale delle ore autorizzate il 38,5% aveva causale Covid-19 in netta riduzione rispetto a ottobre. Va segnalato come quasi il 70% delle ore autorizzate con questa causale sia riconducibile a imprese del turismo, del commercio e dei servizi di mercato, a conferma di come molte aziende del terziario si trovino a vivere ancora una situazione emergenziale. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a poco più di 222 mila unità lavorative standard, dato in ridimensionamento rispetto ai mesi precedenti. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso all’11%.
I prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, infine, hanno segnalato una decisa accelerazione, attestandosi al 3,7% su base annua, fenomeno che non sembra destinato ad arrestarsi nel breve periodo.