Con la pandemia 178 mila decessi in più
Lo rendono noto l’ISTAT e l’ISS, sottolineando che l’impatto del Covid-19 è scemato all’aumentare della copertura vaccinale
di Redazione
Dallo scoppio della pandemia, nel marzo del 2020, al gennaio del 2022, l’eccesso di mortalità totale rispetto alla media 2015-2019 è stato di 178 mila decessi. Lo rende noto il settimo rapporto congiunto dell’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica, e dell’ISS, l’Istituto superiore di Sanità, sottolineando che una grossa fetta delle morti in eccesso registrata nel 2021 è stata limitata al primo quadrimestre (82%), quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa.
Il dato conferma così l’efficacia dei vaccini. Che, pur non rendendo immuni dalla malattia, proteggono dalle sue formi più gravi. Addirittura letali, a volte.
ISS e ISTAT spiegano che il Covid-19 è l’unica causa responsabile del decesso nel 23% dei casi, mentre nel 29% dei casi è presente una concausa oltre a Covid-19 e nel 48% si riscontra più di una causa.
Il 72% dell’eccesso mortalità del 2021, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è stato registrato tra gli over 80. Complessivamente sono decedute 455.170 persone di 80 anni e oltre, vale a dire 46 mila in più rispetto alla media del quinquennio 2015-19.
Nel complesso, riferisce il report, «sono stati segnalati al Sistema di sorveglianza nazionale integrata Covid-19 dell’Iss 145.334 decessi associati alla diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 e avvenuti entro il 31 gennaio 2022. Il 53% dei decessi è avvenuto nel 2020, il 41% nel 2021 (59.136 decessi di cui circa 8mila sono riferiti a diagnosi del 2020) e il 5,8% a gennaio 2022».
Oltre a quantificare l’impatto del Covid-19 sulla mortalità nel nostro Paese, il rapporto analizza anche gli effetti della variante Omicron, più contagiosa rispetto alle precedenti varianti. Secondo l’ISS e l’ISTAT, «dall’inizio dell’epidemia» in Italia, «sono stati segnalati al Sistema di sorveglianza integrato» dell’Istituto superiore di sanità «10.953.342 casi confermati di Covid-19 (dati estratti il 9 febbraio 2022). Di questi, oltre 4,5 milioni di casi sono stati diagnosticati nel mese di gennaio 2022 – pari al 42% del totale dei casi riportati alla Sorveglianza da inizio pandemia – a causa della predominanza della variante Omicron caratterizzata da una elevatissima trasmissibilità».
L’elevato numero di casi, dovuti alla variante Omicron, non ha avuto ripercussioni notevoli sulla mortalità: tra il 1° ottobre 2021-31 gennaio 2022 si registrano circa 250 mila decessi, 40 mila in meno rispetto a 12 mesi prima, con un calo di oltre il 13%».