La ripresa del turismo rallenta (di nuovo)
I livelli pre-pandemia non ancora lontani, mentre crescono le incertezze economiche legate al conflitto in Ucraina. Primi segnali già in vista della Pasqua
di Redazione
Il 2022 sarebbe potuto essere l’anno della grande ripresa del turismo dopo i due anni pieni di pandemia, privi di copertura vaccinale e all’insegna delle restrizioni volte proprio a contenere la diffusione del coronavirus, ma al momento si registrano nuove incertezze e condizioni che frenano la crescita di uno dei settori strategici del nostro paese. Ripresa sì, insomma, ma non come sarebbe stato auspicabile. E a determinare tale fragilità concorrono diversi fattori, tutti riconducibili, in un modo o nell’altro, alla guerra in Ucraina.
Il caro-energia e le tensioni internazionali, dunque, stanno rimandando il ritorno ai livelli pre-pandemia per il settore turistico, stando anche alle recenti osservazioni di Assoturismo-Confesercenti. Nel primo trimestre 2022 si stimano 12,1 milioni di arrivi turistici e 41 milioni di pernottamenti, 16 milioni in meno (-28%) rispetto al 2019, cioè prima della pandemia. I pernottamenti di italiani evidenziano una diminuzione del 18%, quelli degli stranieri del 38% e con la guerra in Ucraina crollano le prenotazioni dall’Est Europa, ma sotto la media sono anche i turisti provenienti dagli Stati Uniti.
Numeri e cifre che si confermano nell’indagine dell’Osservatorio di Confturismo-Confcommercio di marzo sulla base dei dati Radar SWG: i circa 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 continuano a mancare all’appello rispetto al 2019, uniti agli oltre 22 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero – sono le osservazioni al riguardo –, confermano la crisi che ancora vive il settore che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti: tra i primi consumi tagliati ci sono, infatti, la ristorazione, le vacanze e la cultura, in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto.
E tali effetti avranno un impatto immediato sulla Pasqua, con quasi otto milioni di italiani intenzionati a partire di cui solo quattro milioni hanno già concretamente programmato. Anche le scelte di viaggio fanno capire come sia critica la situazione, afferma Confcommercio: si tratta perlopiù di spostamenti brevi e di corta durata e all’interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri. In generale un solo pernottamento e spesa nell’ordine dei 200 euro a persona tutto incluso, mentre solo il 6% opterà per mete estere, contro il 13% del 2019.
Altro aspetto tutt’altro che trascurabile: non sono le tipologie di destinazione, mare o montagna, a determinare le scelte in questo periodo, ma le motivazioni. Prime tra tutte, il bisogno di “stare in relax con la propria famiglia” o vivere un’esperienza di “arte e cultura”, anche solo visitando una città d’arte o un borgo. Aumentano le vacanze nelle seconde case, scelte quest’anno da cinque italiani su dieci (erano il 40% nel 2019), mentre l’altra metà sceglierà una struttura turistico-ricettiva. Per la spesa, quattro intervistati su dieci dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre due su dieci spenderanno addirittura tra il 10% e il 25% in meno. Anche in vista dell’estate il quadro non sembra essere, ad oggi, particolarmente roseo: otto intervistati su dieci dichiarano che o rinunceranno a partire o ridurranno i giorni e le spese delle vacanze.
[…] piuttosto evidente, i dati sono ancora piuttosto lontani dai valori pre-pandemia. Ma al contrario di quanto previsto in un primo momento e al netto delle incertezze del momento dovute al conflitto in Ucraina, già a Pasqua qualcosa […]