Roe vs Wade accende le elezioni di midterm?
La bozza anticipata da Politico secondo cui la Corte Suprema potrebbe revocare il diritto all’aborto negli Stati Uniti è già tema da campagna elettorale. Ma i cittadini pensano soprattutto all’economia
di Fabio Germani
Le anticipazioni di Politico riguardo una bozza di parere della maggioranza redatta dal giudice Samuel Alito secondo cui la Corte Suprema statunitense sarebbe orientata a ribaltare la sentenza Roe vs Wade del 1973 che riconosce il diritto costituzionale all’aborto nel paese sta creando polemiche perché si tratta di “una prima volta” che lascerà strascichi secondo molti incredibili nella politica statunitense, sebbene il parere conclusivo sul caso non sia stato ancora pronunciato ed è atteso non prima di giugno. La Corte Suprema ha però precisato che la bozza della decisione sulla sentenza riportata nelle scorse ore dai media è autentica, pur non rappresentando la posizione definitiva dei nove giudici. Il presidente John Roberts ha annunciato indagini sulla fuga di notizie, mentre il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha inviato da un lato i membri della Corte a sostenere la sentenza (dunque a non dare seguito ai contenuti della bozza) e dall’altro, proprio in previsione di quanto invece potrebbe accadere, gli elettori a «scegliere funzionari pro-choice a novembre», innescando perciò un nuovo capitolo nella campagna per le elezioni di metà mandato. Ma quanto influirà sulle scelte di voto di novembre?
Negli Stati Uniti non esiste una legge federale, ma sul territorio nazionale l’aborto è garantito, appunto, dalla sentenza Roe vs Wade che di fatto sancisce come il governo non abbia il diritto d’intervenire nella decisione di una donna sulla sua gravidanza, motivo per cui il tema è stato sempre al centro del dibattito politico e sociale. I singoli Stati sono perciò andati spesso in ordine sparso e negli ultimi anni, tra quelli a trazione conservatrice, hanno applicato regole che di fatto disattendono il principio della Roe vs Wade. Il caso è arrivato alla Corte Suprema che sta valutando una legge del Mississippi che ne richiede il ribaltamento – al momento è in atto uno “scontro” tra gli Stati che intendono rendere illegale l’aborto e quelli che, a maggior ragione, proveranno a rafforzare diritti e tutele – e ora che siedono sei giudici conservatori – costituendo un’ampia maggioranza – e tre liberali tale possibilità è più vicina a divenire realtà. In questo senso, nella bozza anticipata da Politico, si legge che «è il momento che si presti attenzione alla Costituzione e che si rimandi la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti dalle persone». I tre giudici scelti dall’ex presidente Donald Trump (Neil M. Gorsuch, Brett M. Kavanaugh e Amy Coney Barrett), insieme al giudice Samuel Alito e Clarence Thomas sarebbero propensi a revocare il diritto. Questo spiega l’appello di Biden in vista del prossimo appuntamento elettorale, che tuttavia non renderebbe la questione di facile soluzione anche se a vincere – circostanza ad oggi ritenuta da molti improbabile – dovessero essere i democratici.
Tuttavia in questa prima fase di campagna elettorale le questioni in ballo sono diverse e riguardano soprattutto l’economia e le eventuali ripercussioni della guerra in Ucraina, a partire dall’inflazione. In più, rileva un recente sondaggio del Pew Research Center, la presenza di Biden è un fattore motivante per gli elettori repubblicani molto più di quanto lo sia per i democratici, nel senso che il 71% dei primi dichiara di pensare al proprio voto come qualcosa “contro” l’inquilino della Casa Bianca, mentre solo il 46% degli elettori dem lo considera “per” il presidente. Una condizione che difficilmente potrà registrare cambiamenti significativi nell’elettorato alla luce del dibattito sulla Roe vs Wade, salvo compattare la base democratica sul tema.
Quanto ai temi quasi otto elettori su dieci (78%) affermano che l’economia è molto importante in vista del voto in autunno e ciò è vero per il 90% di chi si dichiara repubblicano rispetto al 68% dei democratici. Circa due terzi degli elettori repubblicani, poi, affermano che l’immigrazione (68%), la politica estera (67%) e la criminalità violenta (67%) sono temi altrettanto importanti. Al contrario i democratici sono più orientati a indicare l’assistenza sanitaria, le modalità di voto e l’istruzione quali temi fondamentali nella scelta di voto. Il cambiamento climatico è un argomento che sembra interessare quasi esclusivamente la porzione dem e più o meno lo stesso discorso vale per le questioni di tipo razziale. Solo un terzo degli elettori, infine, afferma che la pandemia sarà un aspetto importante durante la campagna, con i democratici che hanno più del doppio delle probabilità dei repubblicani di sostenerlo (46% contro 19%).
Eppure, nello specifico della Roe vs Wade, un sondaggio Washington Post-ABC News indica che il 54% degli americani pensa che la sentenza del 1973 dovrebbe essere confermata dalla Corte, mentre il 28% ritiene che dovrebbe essere revocata. A questo punto la domanda è se il tema sarà decisivo abbastanza da indurre quella parte di elettori repubblicani favorevoli al diritto all’aborto, oltre a galvanizzare la grossa fetta dei dem, a comportamenti di voto diversi da quelli altrimenti previsti. Ma per questo ci sarà tempo, in attesa del verdetto della Corte Suprema.