Auto privata o mezzo pubblico, così la mobilità degli italiani
L’82,5% non varierà la frequenza degli spostamenti nei prossimi tre mesi. In generale l’auto privata resta la più usata, ma tra coloro che intendono variare il mezzo di trasporto, il 38,7% imputa il cambiamento all’aumento del prezzo dei carburanti
di Redazione
L’82,5% degli interpellati, afferma l’Istat nel report La mobilità degli italiani da aprile a giugno 2022, non varierà la frequenza degli spostamenti nei prossimi tre mesi, il 12,9% prevede un aumento e il 4% una diminuzione rispetto ai sei mesi precedenti e anche sui mezzi di trasporto utilizzati per gli spostamenti non ci saranno sostanziali variazioni. L’auto privata rimane il mezzo di trasporto più usato dagli italiani (l’82,9% nei prossimi tre mesi contro l’84,3% nei sei mesi precedenti).
L’87,4% degli italiani non varierà la frequenza dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico nei prossimi tre mesi rispetto ai sei mesi precedenti. Ma il 7,6% prevede un aumento di questa modalità di trasporto mentre il 3,5% prevede una diminuzione. In lieve calo (da 84,3 a 82,9) l’auto privata. I risultati sono complessivamente simili tra ripartizioni geografiche seppure con qualche differenza di rilievo per i motivi che influiranno sulla scelta dell’utilizzo dei mezzi pubblici. In particolare, si rileva che nel Centro-Sud l’aumento del prezzo dei carburanti ha un peso maggiore (41,3% al Centro e 40,7% nel Mezzogiorno), rispetto al Nord-ovest (31,4%) e al Nord-est (35,3%), nel condizionare la frequenza dell’uso dei trasporti pubblici nei prossimi tre mesi. Al Centro i minori rischi da Covid-19 peseranno di più nella scelta del mezzo pubblico per gli spostamenti abituali (36,3%), rispetto alle altre ripartizioni territoriali.
Tra coloro che intendono variare il mezzo di trasporto per gli spostamenti abituali, il 38,7% imputa il cambiamento all’aumento del prezzo dei carburanti; il 23,5% varierà il mezzo di trasporto per minori rischi di infezione da Covid-19.
Tra quanti prevedono una modifica nella frequenza dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, il 37,7% imputa la variazione al rincaro del prezzo dei carburanti e il 29,7% ai minori rischi di infezione da Covid-19.