Save the Children: «Una vittima di tratta su quattro è un minore»
In Europa, si stima che il traffico di esseri umani produca in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti. Ben un quarto dei soli 14.000 casi identificati riguardano vittime minorenni, intrappolate in gran parte nello sfruttamento della prostituzione arrivando al 64%.
In Italia, i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911, con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno, in gran parte di sesso femminile ovvero il 75,6%, mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale (61).
Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento che prevale è quella sessuale, con il 48,9%, seguita dallo sfruttamento lavorativo che arriva al 18,8%. Tra i paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria con il 65,5%, seguita da Pakistan con il 4,5%, Marocco con il 2,6%, da Gambia con il 2,5% e Costa d’Avorio con il 2,3%.
Infatti, nel report viene tracciato il profilo dei gruppi di donne e minori più esposti alla tratta e allo sfruttamento, a partire dai casi delle vittime assistite dal sistema anti-tratta, che accoglie principalmente donne molto giovani o minorenni di origine nigeriana, sfruttate nel circuito della prostituzione. La principale motivazione che spinge queste ragazze nel circuito della tratta è legata al conteso di povertà, fragilità e disgregazione familiare nel contesto di origine in Nigeria, che facilita l’adescamento e il miraggio di potersi fare carico economicamente dei propri familiari una volta giunte in Italia con la falsa promessa di un lavoro regolare, che si trasforma invece nello sfruttamento.
Tra i gruppi maggiormente a rischio di sfruttamento, soprattutto sessuale, in Italia, desta allarme una presenza in crescita delle giovani donne e minori ivoriane. Il fenomeno riguarda il 4,6% delle 130 donne e ragazze con figli minori (161) che risultano assistite dal sistema anti-tratta italiano all’8 giugno 2022 e che sono in aumento, due volte vittime dello sfruttamento, degli abusi e spesso di ricatti estremi che fanno leva sulla loro condizione di madri particolarmente vulnerabili. Nel 45,4% dei casi hanno tra i 18 e i 25 anni, ma c’è anche chi ne ha meno di 17.
(fonte: Save the Children)