Produzione industriale in calo a giugno
L’Istat rileva una diminuzione dell’indice destagionalizzato del 2,1% rispetto a maggio. In termini tendenziali la flessione è dell’1,2%
di Redazione
A giugno 2022, l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 2,1% rispetto a maggio. Nel secondo trimestre il livello della produzione aumenta dell’1,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+1,9%), mentre cala per i beni strumentali (-3,3%), i beni di consumo (-2,1%) e i beni intermedi (-1,3%).
Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2022 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dell’1,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a giugno 2021). Crescono l’energia (+2,7%) e i beni di consumo (+2,6%); diminuiscono, invece, i beni intermedi (-2,1%) e, in misura più marcata, i beni strumentali (-4,3%).
Tra i settori di attività economica che registrano variazioni tendenziali positive si segnalano la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+9,3% per entrambi i settori), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+5,5%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-9,8%), nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,9%) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche (-6,1%).
«A giugno – è il commento dell’Istat che accompagna la nota – si rileva, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale dell’indice destagionalizzato della produzione industriale. La dinamica negativa è estesa a quasi tutti i settori, con l’eccezione di quello dell’energia. Se guardiamo al secondo trimestre nel suo complesso, la variazione congiunturale risultante è positiva. Anche in termini tendenziali la produzione, al netto degli effetti di calendario, è in diminuzione. A livello settoriale è ampia la flessione dei beni strumentali, mentre sono in crescita i beni di consumo e l’energia».