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Lavoro povero: così l’occupazione a termine nel secondo trimestre 2022

Il 37% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni, il 13,3% un solo giorno

di Redazione

Nel secondo trimestre 2022 l’input di lavoro, misurato in Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), è aumentato in termini congiunturali (+1,2% rispetto al primo trimestre 2022) e su base annua (+4,9% rispetto al secondo trimestre 2021); la stessa dinamica si rileva per il Pil, in crescita rispettivamente di +1,1% e +4,7%. L’occupazione, a sua volta, aumenta rispetto sia al trimestre precedente sia al secondo trimestre 2021. È quanto emerge dalla Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione a cura di Istat, ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Inps, Inail e Anpal. Il dato che però risalta agli occhi è questo: dalle CO (Comunicazioni obbligatorie), nel secondo trimestre 2022, il 37% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (il 13,3% un solo giorno), il 36% da due a sei mesi, e meno dell’1% supera un anno. Nel complesso, si riscontra un aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (23,7% fino a una settimana, +3,9 punti rispetto al secondo trimestre 2021) e la riduzione dell’incidenza per le altre classi di durata, a eccezione di quella da sei mesi a un anno che è in crescita (15,4%, +1,2 punti).

In generale prosegue la crescita tendenziale delle posizioni lavorative a tempo indeterminato sia nei dati delle CO (+310 mila rispetto al secondo trimestre 2021) sia in quelli Inps-Uniemens (+287 mila in un anno). Ancora più marcata la dinamica positiva delle posizioni a tempo determinato, tanto nei dati delle CO (+425 mila posizioni), quanto in quelli di Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+395 mila posizioni) che comprendono il lavoro in somministrazione e a chiamata. 

Su base congiunturale, la crescita dei dipendenti si osserva in termini sia di occupati (+1%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+1,2%, Istat, Rilevazione Oros) che aumentano nell’industria in senso stretto (+0,5%), nelle costruzioni (+2,3%) e nei servizi (+1,4%). La crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti trova conferma nei dati del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ricavati dalle Comunicazioni obbligatorie rielaborate che, in tre mesi, evidenziano un aumento di 159 mila posizioni, a tempo indeterminato (+88 mila rispetto al primo trimestre 2022) e a tempo determinato (+71 mila). Nel secondo trimestre 2022 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state due milioni 806 mila (+3,6% in tre mesi) e le cessazioni due milioni 647 mila (+4,6%). L’occupazione dipendente è in aumento anche su base tendenziale, in termini di occupati (+3,6% in un anno, Istat-Rfl) e di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+5,9%, Istat-Oros). Le posizioni lavorative aumentano nei dati delle CO (+735 mila rispetto al secondo trimestre del 2021), in tutti i settori di attività economica, con l’unica eccezione di quello agricolo; tale dinamica positiva – si osserva nella Nota – trova conferma nei dati Inps-Uniemens (+682 mila posizioni in un anno), con differenze sostanzialmente imputabili al diverso perimetro di osservazione.

 

1 Commento per “Lavoro povero: così l’occupazione a termine nel secondo trimestre 2022”

  1. […] di questi numeri, che in qualche misura certificano una ripresa vivacità del mercato del lavoro, se ne affiancano altri, sempre relativi al secondo trimestre 2022: il 37% delle posizioni lavorative attivate a tempo […]

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