Ricerca e Sviluppo, segnali di ripresa nel 2021
Dopo il calo nel 2020 della spesa in R&S innescato dalla pandemia, i dati preliminari indicano una ripresa per l’anno successivo e un’ulteriore crescita nel 2022
di Redazione
Nel 2020 la crisi economica innescata dalla pandemia e dalle misure di contenimento sanitario ha investito anche la ricerca. La spesa complessiva in R&S intra-murosi, effettuata da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e Università, che nel 2020 ammonta a 25 miliardi di euro – spiega il report Istat su Ricerca e Sviluppo in Italia nel periodo 2020-2022 –, si riduce del 4,7% rispetto al 2019. La contrazione della spesa dipende prevalentemente dalle imprese (-6,8%), ma interessa anche l’Università (-2%). Differente la situazione nel settore pubblico dove la spesa resta invariata, mentre nel non profit si registra un incremento (+2,2%). I dati preliminari segnalano un’importante ripresa della spesa in R&S delle imprese per il 2021, il 5,2% in più rispetto al 2020, e per il 2022 (+3,9% sul 2021).
Nel settore delle imprese, prosegue l’Istat, la diminuzione dipende sia da una riduzione significativa della spesa sostenuta dalle imprese già attive in R&S nel 2019 (-4,1%), sia da un minor numero di imprese che hanno complessivamente svolto attività interne di R&S nel corso del 2020 (15.718 unità contro le circa 19 mila del 2019). L’incidenza percentuale della spesa sul Pil risulta pari all’1,51%, in aumento rispetto all’anno precedente (1,46%) per effetto della marcata flessione del Pil. Tuttavia, il miglioramento non è tale da raggiungere il target europeo per il 2020 che per l’Italia è stato fissato all’1,53%.
Per il 2021 i dati preliminari indicano un’importante ripresa della spesa in R&S delle imprese (+5,2% rispetto al 2020) che, tuttavia, non è sufficiente per tornare ai livelli del 2019. Si dovrà attendere il 2022 per avere valori di spesa pari o superiori al 2019: secondo le previsioni, infatti, la spesa delle imprese continuerà ad aumentare raggiungendo i 16,9 miliardi di euro (+3,9% rispetto al 2021). Nel settore delle istituzioni pubbliche la spesa in R&S intra-muros aumenta dell’8% rispetto al 2020. Anche in questo settore l’andamento crescente prosegue nel 2022: l’aumento previsto è pari al 3,8%. Per le istituzioni private non profit, invece, si prevede che la spesa resti stabile nel 2021 e aumenti del 4,3% nel 2022.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, queste ultime arrancano, sempre nel 2020 sottolinea l’Istat, nelle attività di R&S. Le piccole (con meno di 50 addetti) riducono le proprie spese del 26,5% rispetto al 2019 e una caduta altrettanto importante è registrata nelle imprese di media dimensione (-17,5% rispetto all’anno precedente). Solo le grandi imprese (con almeno 250 addetti) resistono: non solo si confermano il soggetto più importante nelle attività di R&S con 10,6 miliardi di spesa, ma riescono anche ad aumentare gli investimenti in R&S (+2,2%). Cresce pertanto il peso relativo delle grandi imprese nelle attività di R&S (+6 punti percentuali rispetto al 2019), mentre si ridimensiona la quota sia delle piccole che delle medie imprese (rispettivamente -3,7 e -2,3 p.p.). Quasi tutta la spesa in R&S delle imprese è autofinanziata dalle stesse unità che la realizzano, anche se la quota di finanziamento interno si riduce in tutte le classi dimensionali con cali che raggiungono valori massimi nelle grandi imprese (-3,5 p.p. rispetto al 2019 nelle imprese con almeno 250 addetti). A fronte di minori risorse interne, aumentano i finanziamenti esteri, soprattutto nelle attività di R&S delle imprese di medio-grande dimensione (+2,7 p.p.).