«Nel 2021, nell’Ue, sono andati bruciati oltre 500 mila ettari»
Nel 2021, nell’Unione europea, sono andati bruciati 500.566 ettari – 340 mila ettari in più rispetto al 2020 –, pari a un’area due volte più grande del Lussemburgo. Lo rende noto il Centro comune di ricerca della Commissione europea, diffondendo la Relazione annuale sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Africa del Nord. Poco più di 102 mila ettari delle aree incendiate si trova all’interno di aree protette “Natura 2000”, che rappresentano la riserva di biodiversità dell’Unione europea. Diminuiscono gli incendi, ma aumenta la superficie bruciata. Spulciando il rapporto, emerge che l’Italia è stato il Paese più colpito tra i membri dell’Ue: nel 2021 sono andati bruciati 151.964 ettari di suolo italiano, con alcune regioni – Sicilia (59.872 ettari), Calabria (28.481) e Sardegna (25.805) – più colpite di altre. A seguire Grecia (108.418 ettari), Spagna (87.880) e Portogallo (28.360). All’Italia spetta un altro, triste primato: da sola rappresenta circa un quarto della superficie complessiva bruciata all’interno dei siti Natura 2000, staccando di pochissimo la Spagna. Il 2021 si è piazzato così al secondo posto della graduatoria che classifica gli anni in base alla superficie bruciata dagli incendi, da quando, nel 2006, è iniziato il monitoraggio: l’anno peggiore è stato il 2017, con oltre un milione di ettari andati in fumo.