Così il quadro economico internazionale
Lo scenario continua ad essere caratterizzato dall’elevata inflazione trainata dall’andamento dei prezzi degli energetici e dall’intonazione restrittiva della politica monetaria
di Redazione
L’elevata inflazione trainata dall’andamento dei prezzi degli energetici e l’intonazione restrittiva della politica monetaria nei principali paesi caratterizzano lo scenario internazionale e rappresentano un freno alla crescita mondiale. Nell’ultimo mese, i prezzi di petrolio e gas naturale hanno registrato un nuovo disallineamento. La quotazione del Brent a ottobre è aumentata marginalmente a 93,1 dollari al barile (da 90,1 dollari al barile di settembre) mentre i listini del gas naturale europeo hanno segnato un forte calo a 39 $/mmbtu da 59,1 $/mmbtu. È quanto emerge dalla Nota sull’andamento dell’economia italiana di ottobre dell’Istat, in riferimento al quadro internazionale. Ad agosto, prosegue l’Istat, il commercio internazionale di beni in volume è cresciuto dello 0,7% rispetto al mese precedente dopo avere segnato il passo nel mese precedente. Il PMI globale sui nuovi ordinativi all’export di ottobre si è collocato, per l’ottavo mese consecutivo, al di sotto della soglia di espansione di 50, suggerendo una decelerazione della domanda mondiale nei prossimi mesi.
Cina
Nel terzo trimestre, il Pil della Cina è cresciuto del 3,9% in termini congiunturali, recuperando ampiamente la flessione dei tre mesi precedenti (-2,7%). Le prospettive per l’economia cinese mantengono, tuttavia, un orientamento negativo a causa delle severe restrizioni per contrastare la diffusione del Covid ancora in atto. A ottobre, gli indici Pmi dei servizi e manifatturieri sono scesi sotto la soglia di espansione.
Stati Uniti
Nel terzo trimestre, il Pil degli Stati Uniti ha mostrato un rimbalzo congiunturale (+0,6%) che ha interrotto la fase di riduzione dei ritmi produttivi dei due trimestri precedenti. La crescita è stata trainata dalle esportazioni nette mentre la domanda interna ha continuato a mostrare segnali di debolezza. A ottobre, l’indice di fiducia dei consumatori rilevato dal Conference Board ha segnato un’ulteriore flessione caratterizzata da un forte calo dell’indice sulle condizioni correnti e uno più moderato delle aspettative. Nello stesso mese, il tasso di disoccupazione è aumentato a 3,7% dal 3,5% del mese precedente. L’inflazione si è mantenuta su livelli elevati (8,2% tendenziale a settembre da 8,3% di agosto) nonostante i consistenti rialzi dei tassi ufficiali che, a novembre, hanno registrato il quarto incremento consecutivo di 75 punti base, attestandosi nell’intervallo tra 3,75-4%. Il tasso di cambio del dollaro nei confronti dell’euro ha continuato invece a oscillare attorno la parità.
Eurozona
Nell’area dell’euro, aggiunge infine l’Istat nell’analisi del quadro internazionale, nel terzo trimestre il Pil è cresciuto dello 0,2% in termini congiunturali, in rallentamento rispetto al trimestre precedente (+0,8%). Tra le principali economie l’andamento del Pil ha mostrato un generale miglioramento caratterizzato da differenti intensità: +0,5% in Italia, +0,3% in Germania e +0,2% in Francia e Spagna. L’inflazione, per il complesso dell’area euro, nonostante i rialzi dei tassi ufficiali operati dalla Banca centrale europea, ha continuato ad aumentare toccando un nuovo massimo a ottobre (10,7% tendenziale dal 9,9% di settembre) ancora significativamente influenzata dall’andamento della componente energia. L’indice core, salito al 6,4% dal 6% del mese precedente, è ancora una volta spinto principalmente dai prezzi dei beni e in misura meno rilevante da quelli dei servizi. A settembre, il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,6%, dopo che i dati di luglio e agosto sono stati rivisti al rialzo di un decimo al 6,7%, mentre le vendite al dettaglio in volume hanno evidenziato un moderato miglioramento congiunturale (+0,4%). Le prospettive per l’area nel complesso mantengono un orientamento negativo. A ottobre, l’Economic Sentiment Indicator (ESI) rilevato dalla Commissione Europea è calato al di sotto della media storica per il quarto mese consecutivo, con flessioni diffuse a industria e servizi. Nel dettaglio nazionale, l’indice è diminuito in Germania (-1,0 punti) e Italia (-0,9), mentre è rimasto invariato in Francia ed è migliorato in Spagna (+1,4).