Violenza sulle donne, nel 2021 in 19.600 si sono rivolte ai CAV
Tra quelle che stanno affrontando il percorso di uscita dalla violenza, il 95,2% ha subito almeno una violenza tra minacce, stalking, violenza psicologica e violenza economica
di Redazione
Sono poco meno di 19.600 le donne che hanno affrontato nel 2021 il loro percorso di uscita dalla violenza con l’aiuto dei Centri antiviolenza (CAV). Di queste, l’81% ha iniziato il percorso nello stesso anno, mentre la quota restante lo ha intrapreso nel 2020. È quanto emerge dal report Istat I percorsi delle donne per uscire dalla violenza tra difficoltà e risorse con riferimento al 2021. Per quante hanno iniziato il percorso nell’anno di rilevazione – osserva l’Istat in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – non si osservano differenze significative per il mese di inizio del percorso. La decisione di intraprendere un percorso per uscire dalla violenza sembra arrivare a distanza di anni dall’inizio della violenza stessa: per il 40% sono passati più di cinque anni dai primi episodi di violenza subita, per il 23% da uno a cinque anni, per il 15% da sei mesi a un anno e per il 7% da meno di sei mesi.
La distribuzione per età delle donne, prosegue allora l’Istat, vede maggiormente rappresentate quelle tra i 40 e i 49 anni (29%), seguite dalle 30-39enni (26%). Le donne con meno di 29 anni costituiscono il 20% di quante hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza, quelle tra i 50 e i 59 anni sono il 17%. La quota restante è costituita per il 6% da donne tra i 60 e i 69 anni e per un 2% da ultrasettantenni. Il 19% delle donne ha iniziato il percorso di uscita dalla violenza in situazioni di emergenza, erano cioè in una situazione di pericolo o a rischio di incolumità.
Inoltre, rileva l’Istituto nazionale di statistica, prima di prendere contatto con il CAV il 40% delle donne ha parlato della violenza con qualcuno della propria rete familiare, il 29% si è rivolto alle forze dell’ordine, il 19% al pronto soccorso/ospedale. I successivi nodi di intercettazione della violenza sono i servizi sociali (15% delle donne) e gli avvocati (12%). Considerando tutti i servizi o le figure appartenenti sia a contesti formali sia informali, prima di raggiungere il CAV le donne si sono rivolte nel 48,7% dei casi a un solo servizio o a una sola figura tra quelle previste, nel 31,1% a due, nel 12,6% a 3, mentre nel restante 7,6% hanno fatto ricorso ad almeno quattro servizi o strutture per cercare di uscire dalla violenza. In particolare, l’11,4% si è rivolta sia alle forze dell’ordine sia al pronto soccorso, il 7,8% alle forze dell’ordine e ai servizi sociali, il 6,5% oltre alle forze dell’ordine anche agli avvocati/avvocate. I percorsi che portano la donna al primo contatto con il CAV possono essere molteplici, ma spesso il suggerimento di rivolgersi a queste strutture viene dato da uno dei nodi precedentemente individuati. Se si esclude il 26% di donne che arriva autonomamente al centro, il 18% ci si reca su consiglio della rete familiare o amicale, il 14% attraverso le forze dell’ordine e il 12% mediante i servizi sociali territoriali. Le donne, nella quasi totalità dei casi, arrivano con il bisogno primario di essere ascoltate (94%) e accolte (73%). Il supporto e la consulenza legale e psicologica sono bisogni espressi rispettivamente dal 40% e dal 39% delle donne.
Le forme di violenza più diffuse
Il 95,2% delle donne alle prese con un percorso di questo tipo, ha subito almeno una violenza tra minacce, stalking, violenza psicologica e violenza economica, il 66,6% ha subito violenza fisica e il 19,8% violenza sessuale. Minoritaria la percentuale di donne (2%) che ha subito una qualche forma di violenza prevista dalla Convenzione di Istanbul, come matrimonio forzato o precoce, mutilazioni genitali femminili, aborto forzato, sterilizzazione forzata. Sono le donne tra i 30 e i 39 anni ad aver subito maggiormente violenza fisica (71,4%). La violenza sessuale riguarda invece in misura superiore le donne con meno di 16 anni (53,4%) e quelle dai 16 ai 29 anni (33,7%). Le donne di età uguale o superiore ai 30 anni sono quelle che più delle altre hanno subito almeno una forma di violenza come minacce, stalking, violenza psicologica, violenza economica. Nella maggioranza dei casi le diverse forme di violenza si sommano tra loro: solo il 16% delle donne ha subito un solo tipo di violenza, il 27% ne ha subiti due e un altro 27% tre. Assolutamente non residuale, pari al 30%, la quota di donne che hanno subito più di 4 tipi di violenza tra quelle indagate. La durata della violenza varia a seconda della tipologia di violenza subita. Una storia più lunga di abusi, che dura almeno da cinque anni, riguarda il 75% delle donne che hanno subito violenza fisica e la quasi totalità di quelle che hanno subito almeno una minaccia, stalking, violenza fisica o psicologica. Diversamente, tra le donne che iniziano il percorso a seguito di un singolo episodio di violenza, la forma di violenza maggiormente rappresentata è la violenza sessuale (78,2%) contro, per esempio, il 30% della violenza fisica.
Il 37,7% delle donne ha avuto paura che la propria vita o quella dei propri figli fosse in pericolo, il 17,9% si è rivolta almeno una volta al Pronto soccorso e il 3,4% è stata ricoverata in ospedale in conseguenza della o delle violenze subite. Per circa il 30% delle donne, queste informazioni non sono disponibili. Sono 7.611 le donne che hanno ricevuto una valutazione del rischio da parte delle operatrici dei Centri; tra queste il 64,5% è risultato avere un rischio medio o basso mentre per un terzo (33,5%) il rischio è stato valutato alto o altissimo. Particolarmente critica la situazione delle donne più giovani: il 31,5% delle ragazze con meno di 16 anni ha temuto per la propria (contro il 20,7% del totale delle donne) e oltre un quarto (26,7%) si è recato al Pronto soccorso. Stessa dinamica, seppur su valori più bassi, è riscontrabile anche in relazione al ricovero in ospedale. Ad essere valutate ad altissimo rischio è il 46% delle donne con meno di 16 anni e il 40% di quelle tra i 16 e i 29 anni, mentre nella stessa condizione si trovano poco più di un quarto delle donne dai 60 ai 69 anni (27,4%) o dai 70 anni e oltre (28,2%). Elevatissimo il numero di casi in cui i figli assistono alla violenza subita dalla propria madre (72,6% delle vittime che hanno figli) e nel 21,4% dei casi i figli sono essi stessi vittima di violenza da parte del maltrattante. Inoltre circa il 16% delle vittime ha subito violenza durante la gravidanza.