Commercio estero, giù export e import a ottobre
La flessione su base mensile dell’export è dovuta alla diminuzione delle vendite verso i paesi extra UE, quella più marcata dell’import dal calo degli acquisti di energia
di Redazione
A ottobre 2022, l’Istat stima una flessione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (-5,5%) che per le esportazioni (-1,1%). La diminuzione su base mensile dell’export è dovuto al calo delle vendite verso i mercati extra UE (-4,3%), mentre le esportazioni verso l’area UE sono in aumento (+1,7%). Nel trimestre agosto-ottobre 2022, rispetto al precedente, l’export cala dello 0,7%, l’import cresce del 3,9%.
Nel mese di riferimento, prosegue l’Istat, l’export cresce su base annua del 17,5% in termini monetari e si riduce del 2,7% in volume. La crescita dell’export in valore è più sostenuta verso l’area UE (+18,2%) rispetto ai mercati extra UE (+16,8%). L’import in valore registra un incremento tendenziale del 28,2%, molto più intenso per l’area extra UE (+39,4%) rispetto all’area Ue (+19%), mentre in volume è sostanzialmente invariato (+0,6%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export, l’Istat rileva articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+31,7%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+13,2%), prodotti petroliferi raffinati (+65,3%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+15,2%), sostanze e prodotti chimici (+18,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+12,1%).
Su base annua i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono Stati Uniti (+34,2%), Germania e Francia (per entrambi +15,0%), Austria (+46,3%), Spagna (+18,7%) e paesi OPEC (+32,0%). L’export verso la Russia (-30,9%) si conferma in forte flessione; diminuiscono anche le vendite verso Giappone (-11,2%) e, in lieve misura, Belgio (-0,7%).
Nei primi dieci mesi del 2022, la crescita tendenziale dell’export (+20,8%) è dovuta in particolare all’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+44,1%), prodotti petroliferi raffinati (+96,7%) e metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+19,7%). A ottobre 2022 il disavanzo commerciale è pari a -2.123 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 2.216 milioni dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico (-8.762 milioni) è più ampio rispetto a un anno prima (-5.839 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici si riduce a 6.639 milioni, da 8.055 milioni di ottobre 2021. Nel mese di ottobre 2022 i prezzi all’importazione diminuiscono dello 0,9% su base mensile e crescono del 15,9% su base annua (era +20,3% a settembre).
«A ottobre la flessione su base mensile dell’export – commenta l’Istat – è dovuta al calo delle vendite verso i paesi extra UE, in particolare di beni strumentali; quella più marcata dell’import è quasi totalmente spiegata dal calo degli acquisti di energia, che riflette sia una riduzione dei volumi importati, in particolare per il gas naturale allo stato gassoso, sia una diminuzione dei prezzi. Su base annua, la crescita in valore sia dell’export sia dell’import rallenta. Il deficit energetico resta ampio (-8,8 miliardi), ma si riduce nel confronto con settembre (quando era -12 miliardi), con un conseguente ridimensionamento del deficit commerciale (-2 miliardi; era -6,5 miliardi a settembre). Per i prezzi all’import, si interrompe la fase di crescita congiunturale in corso da oltre due anni e si registra una netta decelerazione su base tendenziale, cui contribuiscono soprattutto i ribassi dei prezzi dei prodotti energetici e, in primo luogo, dell’energia elettrica».