Così l’economia dello spettacolo e dell’intrattenimento in Italia
Un settore in ripresa rispetto al calo registrato tra il 2019 e il 2020. Il rapporto di Banca Ifis analizza anche il «sistema evento» Festival di Sanremo
di Redazione
Nel 2022 l’economia dello spettacolo e dell’intrattenimento ha prodotto oltre 54 miliardi di ricavi, superando del 2% il valore pre-pandemia. Il settore aveva infatti registrato un inevitabile calo tra il 2019 e il 2020 (-15%) a causa delle interruzioni delle attività per fronteggiare la pandemia da Covid-19. La diminuzione è stata però compensata in larga parte dalla fruizione a distanza (trasmissione radio, televisiva e streaming). Rilevante è l’impatto sul Pil, che però decresce nel 2022 per effetto dell’aumento nei costi di servizi e materie superiore alla media nazionale. A dirlo è Banca Ifis nello studio Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento, definendolo un settore fondamentale per il sistema paese Italia, con un «impatto sul benessere individuale, crea sinergie tra imprese di molti comparti ed è parte dell’offerta culturale». L’indagine arriva in occasione della sponsorizzazione di Casa Sanremo, con il Festival presentato da Amadeus che apre i battenti proprio oggi, martedì 7 febbraio 2023.
La realizzazione di un grande evento, spiega Banca Ifis nel suo market watch, coinvolge a più livelli, amministrazione pubblica e operatori privati, la cui collaborazione crea valore per territorio e imprese. Quanto al «sistema evento» Festival di Sanremo, si tratta di una vetrina interessante per gli investitori, con una crescita attesa della raccolta pubblicitaria di oltre il 9% nel 2023 (si è attestato a 42 milioni di euro il valore dei ricavi da pubblicità del Festival di Sanremo nel 2022). Il Festival di Sanremo, poi, è un evento culturale che genera oltre 18 milioni di euro per le attività del territorio ligure, tra alloggi, ristorazione, shopping, trasporti e contributi diretti Rai. In questo modo – spiega lo studio – «il Festival di Sanremo innesca una sinergia tra il canale fisico, che attrae turisti e staff attivando attività collaterali sul territorio, e canale digitale, con la trasmissione televisiva e in streaming, generando oltre 60 milioni di ricavi complessivi».
Banca Ifis ha anche condotto un’indagine riguardo la fruizione di musica da parte del pubblico. I servizi streaming sono ormai prioritari, free o a pagamento, utilizzati dal 70% degli intervistati, anche se resiste un 14% che dichiara di aver acquistato CD nei 30 giorni precedenti l’intervista e un 9% che invece afferma di aver acquistato vinili nei 30 giorni precedenti l’intervista. La musica si ascolta in tanti modi. Mentre ci si allena, ad esempio (89%), o mentre si lavora perché mette di buon umore (85%, con un 59% che sostiene che la musica aumenti la produttività sul lavoro).
I mutamenti relativi ai contenuti dell’industria culturale e alla loro diffusione sono stati osservati anche dal Censis, di recente, nel 18esimo Rapporto sulla comunicazione. Nel 2022, ricorda l’indagine, la fruizione della televisione rimane pressoché stabile: la guarda complessivamente il 95,1% degli italiani, ma la percentuale dell’utenza è il saldo tra la contrazione del numero di telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: -3,9% rispetto al 2021), una lieve crescita della tv satellitare (+1,4%), il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv aumentano al 52,8% di utenza, ovvero oltre la metà della popolazione: +10,9% in un anno) e il boom della mobile tv, che è passata dall’1% di spettatori nel 2007 al 34% di oggi (più di un terzo degli italiani).
La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,9% degli italiani, stabili da un anno all’altro. Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale si attesta al 48% di utenza (-0,8% rispetto al 2021), l’autoradio sale al 69% (4,6 punti percentuali in più, un incremento evidentemente legato alla cessazione delle limitazioni alla mobilità precedentemente imposte a causa dell’emergenza sanitaria), l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc è stabile al 20,4% e la fruizione del mezzo attraverso lo smartphone diventa sempre più rilevante: lo fa il 29,2% degli italiani (+5,4% in un anno).
Tra il 2021 e il 2022 il Censis registra infine un’ulteriore crescita dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’88% di utenza, con una differenza positiva di 4,5 punti percentuali), mostrando una perfetta sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88%: +4,7%). In più aumentano complessivamente all’82,4% gli utenti dei social network (+5,8% in un anno).