«La recessione tecnica annunciata per fine anno dovrebbe essere scongiurata»
La Commissione europea ha diffuso le previsioni economiche d’inverno: nel 2023 stimata una crescita dello 0,8% per l’UE e dello 0,9% per l’area dell’euro
di Redazione
L’economia dell’UE è entrata nel 2023 in condizioni migliori di quanto previsto in autunno, afferma la Commissione europea nelle previsioni economiche d’inverno diffuse oggi, lunedì 13 febbraio 2023. Secondo la Commissione, le prospettive di crescita per quest’anno salgono allo 0,8% nell’UE e allo 0,9% nella zona euro, rispettivamente 0,5 e 0,6 punti percentuali in più rispetto alle previsioni d’autunno. «Sia per l’UE che per la zona euro, la recessione tecnica che era stata annunciata per fine anno dovrebbe essere scongiurata», afferma la Commissione. Il tasso di crescita per il 2024 rimane invariato, all’1,6% e all’1,5% per, rispettivamente, l’UE e la zona euro. Alla fine del periodo di previsione, il volume della produzione dovrebbe superare di quasi l’1% quello previsto nelle previsioni d’autunno.
Il tasso di crescita annuo per il 2022 è attualmente stimato al 3,5% sia nell’UE che nella zona euro. Inoltre, il mercato del lavoro ha continuato a registrare progressi e il tasso di disoccupazione dell’UE è rimasto al suo minimo storico del 6,1% fino alla fine del 2022. La fiducia sta aumentando e le analisi di gennaio indicano «che anche l’attività economica dovrebbe evitare una contrazione nel primo trimestre del 2023». Tuttavia rimangono elementi negativi, osserva ancora la Commissione. I consumatori e le imprese continuano a dover far fronte a costi energetici elevati e l’inflazione di fondo (cioè quella al netto dei prodotti energetici e dei prodotti alimentari non trasformati) ha continuato ad aumentare a gennaio, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie. In più, con il persistere delle pressioni inflazionistiche, la stretta monetaria dovrebbe continuare, gravando sull’attività delle imprese e frenando gli investimenti.
Le previsioni di inflazione sono state riviste leggermente al ribasso rispetto all’autunno, riflettendo principalmente l’andamento del mercato dell’energia. Nell’UE l’inflazione complessiva dovrebbe scendere dal 9,2% nel 2022 al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024. Nella zona euro dovrebbe scendere dall’8,4% nel 2022, al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024. Ad ogni modo i rischi per l’inflazione restano in gran parte legati all’andamento dei mercati dell’energia. Soprattutto nel 2024 prevalgono rischi al rialzo per l’inflazione, poiché le pressioni sui prezzi potrebbero rivelarsi più ampie e più radicate del previsto se la crescita dei salari dovesse stabilizzarsi a tassi superiori alla media per un periodo prolungato.
«Tale previsione – spiega la Commissione europea in chiusura – si basa essenzialmente sull’ipotesi puramente tecnica che l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina non si intensifichi, ma si protragga per tutto il periodo oggetto delle previsioni. Si basa inoltre su una serie di ipotesi tecniche relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 27 gennaio. Per tutti gli altri dati, comprese le ipotesi relative alle politiche governative, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 1° febbraio incluso».