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Transizione elettrica, così le emissioni di CO2 delle auto

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva i nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni di autovetture e veicoli commerciali leggeri

di Redazione

La decisione europea che vieta, di fatto, la vendita di vetture alimentate a diesel e benzina a partire dal 2035 – il PE ha approvato, martedì 14 febbraio 2023, l’accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2 per auto e veicoli commerciali leggeri raggiunto a fine 2022, nell’ambito del piano Fit for 55 –, ha prodotto un acceso dibattito sui possibili benefici, ma allo stesso tempo sui rischi che potrebbero derivare da una soluzione del genere. Gli interrogativi maggiori riguardano il costo della transizione, soprattutto in termini economici e occupazionali nel quadro di un mercato che ha vissuto prolungati periodi di contrazione dovuti alle crisi cui abbiamo assistito negli ultimi anni (in più diverse aziende stanno considerando tagli al personale, in parte per promuovere una produzione più agile dei veicoli elettrici), ma anche in termini di impatto ambientale

Foto di CHUTTERSNAP su Unsplash

Secondo uno studio dell’Agenzia europea dell’Ambiente di qualche tempo fa, il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, il 71,7% delle quali viene prodotto dal trasporto stradale. In pratica, dopo un periodo di flessione costante dei tassi di emissioni di CO2, nel 2017 si è registrata una controtendenza, con le nuove auto che hanno emesso una media di 0,4 grammi di CO2 in più rispetto a quelle immatricolate nell’anno precedente. Non solo: negli ultimi tre decenni l’unico settore a vedere un aumento delle emissioni di gas serra è stato quello dei trasporti, con un aumento del 33,5% tra il 1990 e il 2019. Le emissioni di CO2 nel settore del trasporto passeggeri – sottolinea il Parlamento europeo in un’analisi sul tema pubblicata, appunto, a marzo 2019 – differiscono in base alla modalità di trasporto (stradale, ferroviario, aereo e marittimo). Per quanto riguarda il trasporto su strada in Europa, le autovetture sono tra i mezzi più inquinanti, considerato che generano il 60,7% del totale delle emissioni di CO2. In realtà, viene ancora fatto notare, le auto potrebbero rientrare tra le modalità di trasporto meno inquinanti se, anziché viaggiare da soli, ci fossero più passeggeri per singolo veicolo. La media europea, però, è di 1,7 passeggeri per auto. 

Di per sé, ricorrere alle auto elettriche risulterebbe essere la soluzione più immediata al problema. Di certo, almeno, c’è che da qualche parte bisogna pur partire per dare seguito ad una tangibile lotta al cambiamento climatico. Eppure i contrari all’idea che tale tipologia di transizione sia un rimedio non trascurabile, ricordano che lo smaltimento di un’auto elettrica è meno green di quelli delle auto con motore a combustione interna. Ma ciò è vero per la stessa produzione delle batterie, soprattutto se legata ai danni ambientali legati all’estrazione delle materie prime utili allo scopo. La Commissione europea, intanto, ha proposto analoghe regole per i mezzi pesanti. Anche i bus urbani, infatti, dovranno essere a emissioni zero entro il 2030, mentre i camion dovranno diminuirle fino al 90% entro il 2040.

In un secondo dossier dedicato al tema, il Parlamento europeo ricorda che il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) stima le emissioni di gas serra risultanti dalle attività umane – combustione di carbone, petrolio e gas, deforestazione e allevamento – come responsabili del riscaldamento di circa 1,1°C dall’inizio del novecento. Nell’UE – i dati si riferiscono al 2019 – l’uso di energia è responsabile del 77,1% delle emissioni di gas effetto serra, di cui una parte è attribuibile proprio ai trasporti. La quota rimanente di emissioni proviene per il 10,55% dall’agricoltura, per il 9,10% dai processi industriali e di utilizzo del prodotto e per il 3,32% dalla gestione dei rifiuti.

 

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