Nel 2022 il Pil è cresciuto del 3,7%, l’Istat rivede le stime al ribasso
Lo scorso anno l’economia italiana ha registrato una crescita decisa, ma inferiore rispetto a quella del 2021. Il rapporto deficit/Pil si è attestato all’8%
di Redazione
Nel 2022 il Pil ai prezzi di mercato, secondo le stime dell’Istat, è stato pari a 909.154 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto del 3,7%. Dal lato della domanda interna nel 2022 si registra, in termini di volume, un incremento del 9,4% degli investimenti fissi lordi e del 3,5% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, aggiunge l’Istat, le esportazioni di beni e servizi sono salite del 9,4% e le importazioni del 11,8%.
La domanda nazionale al netto delle scorte, prosegue l’Istituto nazionale di statistica, ha contribuito positivamente alla dinamica del Pil per 4,6 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,5 punti e quello della variazione delle scorte per 0,4 punti. Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 10,2% nelle costruzioni e del 4,8% nelle attività dei servizi. Si rilevano contrazioni dell’1,8% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dello 0,1% nell’industria in senso stretto.
L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -8%, a fronte del -9% nel 2021. Il valore dell’indebitamento per gli anni 2020 e 2021 è stato rivisto a seguito del cambiamento introdotto nel trattamento contabile dei crediti di imposta (si veda il paragrafo delle revisioni). Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,7% (-5,5% nel 2021).
«Nel 2022 l’economia italiana – è il commento dell’Istat che accompagna la nota – ha registrato una crescita decisa, ma inferiore rispetto a quella del 2021. A trascinare la crescita del Pil (+3,7%) è stata soprattutto la domanda nazionale al netto delle scorte, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi negativi. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subito una contrazione nell’agricoltura. La crescita dell’attività produttiva si è accompagnata a un’espansione dell’input di lavoro e dei redditi. Il rapporto tra l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2021. Il valore dell’indebitamento è stato rivisto a seguito del cambiamento introdotto nel trattamento contabile dei crediti di imposta».