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Disoccupazione estesa al 9%, torna a crescere il disagio sociale

La variazione dei prezzi di beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto sale all’8,9%. L’ufficio studi Confcommercio ritiene possibile un peggioramento dell’indice nei prossimi mesi

di Redazione

Dopo una fase di “calma” torna a crescere l’indice del disagio sociale misurato da Confcommercio. Il MIC di gennaio 2023 si è attestato, infatti, su un valore stimato di 17,9, in aumento di sei decimi di punto sul mese precedente. Il peggioramento dell’indicatore – spiega l’ufficio studi di Confcommercio – è dato dall’aumento del tasso di variazione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto e di una moderata crescita della disoccupazione.

Foto di Free-Photos da Pixabay

A gennaio, prosegue la nota, il mercato del lavoro ha continuato a mostrare, nonostante il rallentamento dell’attività economica, segnali di vivacità. Il numero di occupati è aumentato di 35 mila unità su dicembre e le persone in cerca di lavoro di 33 mila, fenomeno quest’ultimo in parte collegato ad una maggior partecipazione al mondo del lavoro (gli inattivi si sono ridotti sul mese precedente di 83 mila unità). Queste dinamiche hanno comportato una lieve crescita del tasso di disoccupazione ufficiale (7,9%). Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state oltre 40,2 milioni, a cui si sommano poco meno di 1,8 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula, si stima che questo corrisponda a circa 102 mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato un incremento del tasso di disoccupazione esteso, salito dunque al 9%

Sempre nel primo mese dell’anno i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione tendenziale dell’8,9%, in aumento rispetto all’8,5% del mese precedente. Le prime stime di febbraio segnalano un ulteriore rialzo (+9% su base annua), a conferma del permanere di tensioni nella filiera importazioni, produzione, ingrosso e distribuzione finale. Tali tensioni sono testimoniate dalla progressiva crescita dell’inflazione di fondo, a riprova di un processo di rientro che sarà presumibilmente «non privo di ostacoli e non immediato». «Situazione – conclude l’ufficio studi Confcommercio – che potrebbe determinare, anche nel primo trimestre del 2023, un rallentamento della domanda per consumi da parte delle famiglie e dell’economia con le inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro e sull’area del disagio sociale».

 

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