Nell’uso di Internet in Italia si riducono i divari di genere
Ma permangono quelli territoriali. Tra le famiglie senza Internet, sei su dieci non ne dispongono perché non lo sanno utilizzare: il report Istat «Cittadini e ICT»
di Redazione
L’uso di internet in Italia? Prevalentemente per chattare. Nel report dell’Istat Cittadini e ICT 2022 emerge, infatti, come anche nel 2022 si confermi un uso della Rete prevalentemente rivolto all’utilizzo dei servizi di comunicazione. Negli ultimi tre mesi circa sette internauti di età superiore ai sei anni su dieci hanno usato servizi di messaggeria istantanea (68,9%), il 60,1% ha effettuato chiamate sul web e il 59,2% ha utilizzato la posta elettronica. Diffuso anche l’utilizzo della Rete per guardare video da servizi di condivisione come, ad esempio, YouTube (55,3%), ascoltare la musica sul web (45,6%) e partecipare ai social network (45,1%). Il 44,9% utilizza il web per leggere giornali informazioni e riviste online.
C’è un dato che però, a livello generale, stupisce: nel 2022 il 77,5% delle persone di sei anni e più hanno usato Internet nei tre mesi precedenti l’intervista (sul totale della popolazione, +7% sul 2020), ma tra le famiglie senza Internet, sei su dieci non ne dispongono perché non lo sanno utilizzare. La maggior parte delle famiglie senza accesso a Internet da casa, dunque, indica come principale motivo la mancanza di capacità (59,9%) e il 21,5% non considera Internet uno strumento utile e interessante. Seguono motivazioni di ordine economico, legate all’alto costo dei collegamenti o degli strumenti necessari (11,9%), mentre il 7,8% non naviga in Rete da casa perché almeno un componente della famiglia accede a Internet da un altro luogo.
Nel 2022, informa l’Istat, il tasso di diffusione di Internet tra le famiglie residenti in Italia con almeno un componente di 16-74 anni è del 91,4%, valore in linea con la media EU27 (92,5%). Il paese, quindi, in questi tre anni ha recuperato il gap che lo caratterizzava in passato. Se si allarga l’analisi a tutte le famiglie residenti sul territorio italiano la quota di quelle che dispone di un accesso a Internet scende all’83,1%. Nelle famiglie composte da soli anziani si rileva infatti una minore diffusione: solo una su due (49,8%) dispone di un accesso, a fronte del 98,8% di quelle in cui è presente almeno un minore e del 93,4% di quelle senza minori ma i cui componenti non siano solo anziani. In questi ultimi anni, nonostante l’accelerazione nell’utilizzo delle ICT, le famiglie costituite da soli anziani non sono riuscite a recuperare il gap di partenza.
L’analisi temporale – osserva poi l’Istat – evidenzia una chiara tendenza verso una progressiva riduzione dei divari di genere, anche se il rapporto con le ICT risulta ancora essere significativamente diverso tra la popolazione maschile e femminile. Nel 2022, infatti, dichiara di accedere a Internet l’80,4% degli uomini di sei anni e più a fronte del 74,7% delle donne. Va sottolineato però che tale divario è proprio delle fasce di età più anziane (dove la differenza supera i dieci punti percentuali a favore dei primi), mentre fino ai 59 anni le differenze di genere sono nulle e in alcuni casi arrivano a invertirsi di segno. Anche nel 2022, poi, aggiunge l’Istat si conferma il gradiente Nord – Mezzogiorno che rimane pressoché stabile rispetto all’anno precedente. Nel 2022 il ritardo del Mezzogiorno (72,9%) è reso particolarmente evidente da uno scarto di 7,5 punti percentuali rispetto al Nord e di 5,5 punti percentuali rispetto al Centro, ma al riguardo l’Istat sottolinea anche che in questi ultimi tre anni i divari territoriali si sono progressivamente attenuati. Il titolo di studio, invece, continua a essere un fattore discriminante, anche perché associato positivamente con l‘età: naviga sul web l’88,6% di chi ha un diploma superiore contro il 74,9% di chi ha conseguito la licenza media. Tra gli occupati, le differenze tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti da un lato e operai dall’altro, negli anni si sono gradualmente attenuate (96% contro 88,2%).
Un particolare aspetto dell’uso di Internet nella vita quotidiana è il commercio elettronico, afferma infine l’Istat. L’anno scorso il 48,2% della popolazione di 14 anni e più ha usato Internet nei 12 mesi precedenti l’intervista per fare acquisti online. Circa un terzo (32,3%) di queste persone ha ordinato o comprato merci o servizi nei tre mesi precedenti l’intervista, il 10,6% nel corso dell’anno e il 5,3% più di un anno fa. Sono più propensi a comprare online gli uomini (52,4%, il 44,4% delle donne), i residenti nel Nord (52,8%, il 40,3% del Mezzogiorno) e, soprattutto, i giovani tra i 20 e i 24 anni (75,7%). Tra il 2020 e il 2021 si è registrato un incremento di 6,5 punti percentuali nel ricorso al commercio elettronico, grazie all’aumento di utenti che hanno effettuato almeno un acquisto online negli ultimi tre mesi precedenti l’intervista (dal 27,3% nel 2020 al 34,8% nel 2021). Nell’ultimo anno si registra invece un sensibile decremento sia per quanto riguarda l’indicatore complessivo (che passa dal 50,3% del 2021 al 48,2% del 2022) sia per quello riferito all’acquisto negli ultimi tre mesi (dal 34,8% del 2021 al 32,3% del 2022). Tale variazione trova giustificazione nella fine delle restrizioni dovute alla pandemia. Un andamento analogo si registra anche in altri paesi europei, in particolare in Danimarca, Germania, Olanda e Francia.