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Così l’attività economica nell’Eurozona

Il Bollettino mensile della BCE parla di domanda e scambi deboli e chiede ai governi di ritirare, in maniera concordata, le misure di sostegno messe in atto per contrastare gli effetti della crisi energetica

di Redazione

Agli inizi del 2023 l’attività economica mondiale è stata più vigorosa del previsto. L’economia mondiale è stata sospinta dalla riapertura dell’economia cinese dopo la cessazione della strategia zero-COVID, nonché dalla tenuta del mercato del lavoro statunitense, a dispetto del significativo inasprimento della politica monetaria. L’interscambio è rimasto tuttavia relativamente debole in quanto la ripresa dell’attività si è concentrata in componenti della domanda a minore intensità di scambi, come i servizi. L’inflazione complessiva continua a diminuire a livello mondiale, ma l’inflazione di fondo si mantiene su livelli elevati. È quanto si legge nel bollettino mensile della Banca Centrale Europea.

Secondo la stima rapida preliminare dell’Eurostat, l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,1 per cento nel primo trimestre del 2023. Il ribasso dei prezzi dell’energia, l’allentamento delle strozzature dal lato dell’offerta e le misure di bilancio a favore di famiglie e imprese hanno contribuito alla tenuta dell’economia. Al tempo stesso, è probabile che la domanda interna privata, soprattutto i consumi, sia rimasta debole.

La fiducia di imprese e consumatori è migliorata costantemente negli ultimi mesi, pur restando più bassa di quanto lo fosse prima dell’ingiustificata guerra mossa dalla Russia all’Ucraina e alla sua popolazione. Il Consiglio direttivo osserva andamenti divergenti tra i settori economici. Il settore manifatturiero sta smaltendo gli ordini arretrati, ma le prospettive indicano un peggioramento. Il settore dei servizi sta registrando una crescita più forte, soprattutto a seguito della riapertura delle attività economiche.

I redditi delle famiglie stanno beneficiando del vigore del mercato del lavoro e a marzo il tasso di disoccupazione è sceso a un nuovo minimo storico, pari al 6,5 per cento. L’occupazione ha continuato a crescere e il totale delle ore lavorate ha superato i livelli precedenti la pandemia. Al contempo, il numero medio di ore lavorate rimane lievemente inferiore rispetto al livello pre-pandemico e la sua ripresa ha segnato una battuta d’arresto a partire dalla metà del 2022.

Con l’attenuarsi della crisi energetica i governi dovrebbero ritirare le relative misure di sostegno tempestivamente e in maniera concordata per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta. Le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l’economia dell’area dell’euro più produttiva e a ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico. Le politiche volte a migliorare la capacità di approvvigionamento dell’area dell’euro, soprattutto nel settore energetico, possono inoltre contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo. A tale riguardo, il Consiglio direttivo accoglie con favore la pubblicazione delle proposte legislative della Commissione europea per la riforma del quadro di governance economica dell’UE, che dovrebbe concludersi a breve.

(fonte: Banca Centrale Europea)

 

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