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In Italia e nell’Eurozona l’inflazione sta rallentando

Ma la Banca Centrale Europea non è ancora soddisfatta. Lagarde: «Su inflazione di fondo non ci sono prove che abbia già toccato il picco». Attesi nuovi rialzi dei tassi d’interesse

di Redazione

Secondo le ultime rilevazioni dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, a maggio l’inflazione annua dell’Eurozona dovrebbe attestarsi al 6,1%, in calo rispetto al 7,0% di aprile. Osservando le componenti principali dell’inflazione, si prevede che cibo, alcol e tabacco registrino i valori annui più elevati a maggio (12,5%, rispetto al 13,5% di aprile), seguiti dai beni industriali non energetici (5,8%, rispetto al 6,2% di aprile), dai servizi (5,0%, rispetto al 5,2% di aprile) e dall’energia (-1,7%, rispetto al 2,4% ad aprile).

Continua quindi il rallentamento dei prezzi al consumo, ma nonostante ciò la BCE, ha spiegato Christine Lagarde, non può ancora dirsi soddisfatta. Nel corso di un discorso alle banche tedesche, la presidente della Banca Centrale Europea ha spiegato che su l’inflazione di fondo non ci sono ancora prove che abbia già registrato il suo picco e che ad oggi «tutte le misurazioni monitorate dalla Bce sono ancora forti e se rimarranno tali dipenderà soprattutto dall’equilibrio di due forze: i prezzi dell’energia e i salari».

Sull’andamento dell’inflazione è intervenuto anche il vicepresidente dell’Eurotower, Luis De Guindos che, intervistato dalla radio spagnola Rne, ha sottolineato come «l’andamento dell’inflazione stia puntando chiaramente verso un rallentamento», ma anche che «siamo ancora ben lontani dal nostro obiettivo attorno al 2%». Il vicepresidente ha poi spiegato che, riguardo la stretta monetaria avviata dalla BCE, «una gran parte del viaggio è stata percorsa ma resta ancora l’ultimo tratto».

Dalla prossima riunione del Consiglio direttivo ci si aspetta infatti un nuovo inasprimento della politica monetaria, con un nuovo rialzo dei tassi, arrivati al 3,75% per le operazioni di rifinanziamento principali, al 4% per le operazioni di rifinanziamento marginali e al 3,25% quelli sui depositi.

L’INFLAZIONE IN ITALIA
Secondo la stima flash dell’Istat, diffusa mercoledì 31 maggio, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, dovrebbe aver registrato un aumento dello 0,3% rispetto ad aprile e del 7,6% su base annua, dal +8,2% del mese precedente.

La decelerazione del tasso di inflazione si deve, spiega l’Istituto, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +26,6% a +20,5%) e, in misura minore, degli Alimentari lavorati (da +14,0% a +13,4%), degli Altri beni (da +5,3% a +5,1%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +5,5%).

Per quanto riguarda il carrello della spesa, le previsioni indicano un rallentamento sia per i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +11,6% a +11,3%), sia per quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,9% a +7,1%).

 

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