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Il rischio di povertà in Italia è sopra la media UE

Così ricorda l’Istat nel Rapporto SDGs 2023: tale condizione interessa anche 2,7 milioni di persone (11,5%), malgrado lavorino

di Redazione

Nel 2022, circa 2,7 milioni di persone (11,5%), malgrado lavorino, sono a rischio di povertà in Italia. L’Istat ha pubblicato il Rapporto SDGs 2023, ovvero sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals). Si tratta, come spiega l’Istat, dell’aggiornamento delle misure statistiche finalizzate al monitoraggio dell’Agenda 2030 per il nostro paese: «I 17 SDGs, e gli specifici target in cui sono declinati, bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, estendendo l’Agenda 2030 dal solo pilastro sociale, previsto dagli Obiettivi del Millennio, agli altri due pilastri, economico e ambientale, cui si aggiunge la dimensione istituzionale». L’analisi dell’evoluzione temporale delle misure statistiche Istat-SDGs è stata condotta confrontando i dati dell’ultimo anno disponibile (prevalentemente il 2021 o il 2022) con quelli riferiti all’anno precedente e a dieci anni prima. Gli andamenti relativi all’ultimo anno mostrano un quadro variegato: il 42,6% delle misure è in miglioramento rispetto al target definito dall’Agenda 2030, il 24,6% stazionario e il 32,8% segnala un peggioramento. 

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La percentuale di misure con variazione positiva è significativamente elevata per il Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), in cui migliorano tutte le misure che riguardano l’uso dell’ICT, eccetto la percentuale di persone che usano il web per acquistare beni o servizi, che arretra dopo i massimi raggiunti nel 2021, in concomitanza con il lockdown. Anche il Goal 5 (Parità di genere) registra un’elevata quota di misure in miglioramento, legate in particolare all’aumentata presenza delle donne nelle posizioni direttive. Nel Goal 7 (Energia pulita) si registrano i livelli più elevati di indicatori in peggioramento, a causa della forte ripresa dei consumi energetici post-pandemica e, al contempo, di una non altrettanto intensa crescita dei consumi da fonti rinnovabili. Anche per il Goal 16 (Pace, giustizia e istituzioni) la percentuale di misure in peggioramento è consistente, a causa dell’aggravarsi delle condizioni di affollamento delle carceri e della soddisfazione verso i servizi pubblici. Rispetto ai dieci anni precedenti, i segnali positivi sono più numerosi: il 58,6% delle misure infatti risulta in miglioramento, mentre il 21,3% resta stazionario e il 20,1% segnala un peggioramento. Nei Goal 5 (Parità di genere), 7 (Energia pulita), 8 (Lavoro e crescita economica), 12 (Consumo e produzione responsabile), 16 (Pace, giustizia e istituzioni) e 17 (Partnership per gli obiettivi), tre quarti o più delle misure presentano una variazione positiva, mentre nei Goal 2 (Fame zero), 4 (Istruzione), 11 (Città sostenibili) e 13 (Cambiamento climatico) oltre un terzo degli indicatori peggiora.

Entrando più nel dettaglio, per quanto riguarda il primo obiettivo, Povertà zero, l’Istat rileva come nel 2022 un quinto della popolazione italiana sia a rischio di povertà. Il dato è superiore alla media europea, ed è rimasto pressoché stabile nell’ultimo quinquennio. Tra il 2021 e il 2022 è diminuita la percentuale di persone in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale (-1,4 punti percentuali) e di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (-1,0 p.p.). Quasi un quarto della popolazione italiana, nel 2022, è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Le notevoli differenze territoriali restano invariate: nel Nord è a rischio meno del 15% della popolazione, nel Mezzogiorno oltre il 40%. Nel 2022, circa 2,7 milioni di persone (11,5%), malgrado lavorino, sono a rischio di povertà. La situazione è più grave per i lavoratori stranieri: è a rischio di povertà quasi un quarto di loro.

Relativamente al secondo obiettivo, Fame zero, le famiglie con segnali di insicurezza alimentare – afferma l’Istat – sono in lieve calo (da 1,7% nel 2021 a 1,3% nel 2022), ma si allarga la forbice fra il Mezzogiorno e il resto del Paese. Sono sempre di più i bambini e gli adolescenti sovrappeso: nel 2021 sono il 33,3% nella classe 3-5 anni (+2,5 p.p. dal 2017) e il 27% nella classe 3-17 anni. Migliorano nel 2021 gli indicatori economici delle piccole aziende agricole. Nel 2021, non si registrano progressi significativi nella riduzione di fertilizzanti e pesticidi. Le quantità distribuite per ettaro sono molto maggiori nel Nord. Raggiunto l’obiettivo per il 2020 sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca, l’Italia è in buona posizione anche rispetto all’obiettivo per il 2030. Continua a crescere l’impiego di lavoro irregolare in agricoltura (24,4% nel 2020, +3,7 p.p. dal 2010). L’irregolarità è più diffusa nel Mezzogiorno, conclude l’Istat, ma è presente in misura rilevante in tutto il paese.

 

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