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Il mercato immobiliare dell’UE: transazioni in calo nel 2022

La pandemia di COVID-19 ha reso il settore immobiliare dell’UE volatile, con i dati del 2022 che mostrano una contrazione dopo l’espansione del 2021

Nel 2022, il numero delle transazioni immobiliari ha registrato un calo nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea per i quali sono disponibili dati, rispetto all’anno precedente. Questa diminuzione segue un trend opposto, con un aumento delle transazioni in quasi tutti i paesi nel 2021 rispetto al 2020. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni dell’Eurostat.

Foto di Dušan Cvetanović da Pixabay

Secondo i dati raccolti, le diminuzioni più significative nel numero di transazioni del 2022 sono state riscontrate in Danimarca, con una flessione del 31,6%, seguita da Finlandia (-16,6%), Paesi Bassi (-16,2%) e Lussemburgo (-15,1%). Al contrario, i maggiori incrementi sono stati registrati a Cipro (+27,4%), Irlanda (+7,7%) e Spagna (+6,0%).

Secondo quanto spiegato dall’Eurostat, la volatilità del mercato immobiliare è stata fortemente influenzata dalla pandemia di COVID-19. Nel 2020, le restrizioni legate al lockdown hanno determinato una diminuzione generale delle transazioni immobiliari, con soli quattro paesi dell’UE (Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Austria) che hanno registrato un aumento delle vendite. Tuttavia, nel corso del 2021 si è assistito ad una ripresa, con un aumento delle vendite nei 16 paesi dell’UE considerati, ad eccezione dei Paesi Bassi e del Lussemburgo.

Il mercato immobiliare ha raggiunto un livello di attività significativo nel 2021, tanto che 11 dei 16 paesi con dati disponibili hanno registrato tassi di variazione annuali superiori al 10%. In particolare, Spagna e Bulgaria hanno fatto segnare i maggiori incrementi, rispettivamente +39,3% e +39,0%.

 

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