FED e BCE, le ultime mosse delle banche centrali
Negli Stati Uniti tassi fermi ai livelli massimi in 22 anni, da Francoforte un nuovo rialzo di 25 punti base
di Redazione
La Federal Reserve (Fed), la banca centrale degli Stati Uniti, ha confermato le attese degli analisti, lasciando invariati i tassi di interesse al livello di luglio, pari a 5,25-5,5%. Si tratta del livello più alto da 22 anni.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha escluso che questa sia la fine della stagione dei rialzi: la banca centrale manterrà una politica monetaria restrittiva per il tempo necessario a riportare l’inflazione al 2%, obiettivo perseguito dalla Fed. Al contempo, Powell ha anticipato che non sono esclusi nuovi rialzi nelle ultime due riunioni dell’anno. Comunque sia, secondo ma Fed, la crescita economica americana appare “solida”, tanto da innalzare le stime di crescita per il 2023 dal +1% avanzato a giugno al +2,1%.
Sulla scia della Fed, anche la Bank of England ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse al 5,25%, dopo 14 rialzi consecutivi. Al contrario, la Banca Centrale Europea (BCE), la scorsa settimana, ha effettuato un ulteriore rialzo dei tassi di interesse, portandoli al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, rispettivamente per le operazioni di rifinanziamento principali, le operazioni di rifinanziamento marginale e i depositi presso la banca centrale.
«L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato – ha spiegato il board motivando i nuovi rialzi -. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine».