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L’apprendimento delle lingue straniere nell’Unione europea

Lo studio risulta in aumento un po’ ovunque, ma l’Italia rimane indietro. La conoscenza delle lingue è tra le hard skill più richieste nel mercato del lavoro

di Redazione

L’importanza della conoscenza dell’inglese, o comunque di una o più lingue straniere, è cosa risaputa. È tra le hard skill più richieste dal mercato del lavoro, una condizione divenuta quasi imprescindibile per chi è alla ricerca di un impiego. In Italia si sono spesso registrati ritardi, in questo senso, rispetto alle competenze linguistiche che i cittadini di altri paesi europei riescono ad acquisire durante la loro vita scolastica e lavorativa. Un problema, infatti, che talvolta si verifica fin dai primi anni tra i banchi di scuola.

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La maggior parte degli alunni dell’istruzione primaria e secondaria nell’UE – emerge da un report dell’Eurostat in materia pubblicato nella Giornata europea delle lingue – studia  almeno una lingua straniera: nel 2021, questa era costituita dall’86,3% degli alunni dell’istruzione primaria, dal 98,5% degli studenti dell’istruzione secondaria di primo grado e dal 91% degli studenti dell’istruzione secondaria superiore.

In Lussemburgo e in Francia, tutti gli studenti dell’istruzione secondaria superiore generale hanno studiato due o più lingue straniere, aggiunge l’Eurostat. Anche Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia hanno registrato un’ampia percentuale di studenti che studiano due o più lingue (pari al 99%). A seguire ci sono Estonia (97%), Slovenia e Finlandia (entrambi al 96%). Per quanto riguarda l’istruzione professionale secondaria superiore, la Romania è stato l’unico paese dell’UE in cui quasi tutti gli studenti (97%) hanno studiato due o più lingue straniere nel 2021. Seguono Finlandia (82%), Polonia (77%) e Lussemburgo (75%). Male l’Italia, che nella graduatoria stilata dall’Eurispes occupa la terz’ultima posizione. 

La lingua più studiata nell’Unione europea è l’inglese, sia a livello di istruzione secondaria superiore generale che professionale, rispettivamente nel 96,8% e nel 78,6% dei casi. In termini di istruzione generale, lo spagnolo è al secondo posto (26,8%), seguito da francese (22,3%), tedesco (21,8%) e italiano (3,2%). Il russo, nel periodo considerato, è stata la lingua extra-UE più studiata (2,8%), soprattutto in Estonia (66%) e Lettonia (59%), poi Lituania (28%) e Bulgaria (25%). Nella formazione professionale il tedesco è al secondo posto (17,9%), seguito dal francese (16,4%), dallo spagnolo (7%) e dal russo (2,2%). 

Per quanto riguarda l’inglese, diversi studi hanno messo in risalto, ancora di recente, quanto sia utile al raggiungimento di maggiori opportunità occupazionali in specifici settori, come quello delle vendite, professioni ad alto contenuto tecnologico, turismo e organizzazione eventi. 

 

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