Recupera il lavoro autonomo, ma restano le criticità
Gli ultimi dati Istat sull’occupazione mettono in luce miglioramenti diffusi, ma secondo Confesercenti in 20 anni il numero degli indipendenti è diminuito di 1,2 milioni di unità
di Redazione
Gli ultimi dati Istat sull’occupazione, mettono in luce un rimbalzo rispetto al mese di luglio. Tutti gli indicatori segnalano andamenti positivi, pur in presenza delle solite criticità. Anche i dati Eurostat mostrano un miglioramento del mercato del lavoro nel mese di agosto, con il tasso di disoccupazione in leggero calo rispetto a luglio, sia nell’Unione europea sia nell’eurozona. L’occupazione in Italia, si vede dalle tabelle dell’Istat, registra progressi nelle diverse componenti di età, genere e carattere dell’occupazione. La nota stonata è data dal tasso di inattività della componente femminile, che, seppure in diminuzione nell’anno, rimane su valori più alti (al 42,7%), rispetto alla componente maschile (ferma al 24,4%). Secondo la definizione Istat, gli inattivi (o non forze di lavoro) comprendono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o disoccupate.
Anche per carattere dell’occupazione, come si diceva all’inizio, si osservano incrementi diffusi ad agosto. In termini congiunturali, infatti, gli occupati aumentano complessivamente di 59 mila unità, di cui +49 mila dipendenti – diecimila permanenti, 39 mila a termine – e +10 mila indipendenti.
Nell’anno la crescita dei dipendenti è di oltre 450 mila unità, mentre nel quadro del lavoro autonomo l’Istat registra un aumento di 48 mila unità (+1%). Secondo l’analisi di Confesercenti, «dal 2004 ad oggi il numero degli indipendenti è diminuito di 1,2 milioni di unità, poco meno del 20%, quello dei dipendenti è cresciuto del 15%, quasi 2,5 milioni di unità. Un dato che purtroppo conferma le crescenti difficoltà a rimanere sul mercato delle micro e piccole imprese a conduzione familiare, che hanno visto sfumare la ripresa post-pandemica a causa del caro-vita e dell’incremento dei prezzi energetici».