Così la domanda di lavoro intermittente | T-Mag | il magazine di Tecnè

Così la domanda di lavoro intermittente

L’Istat registra un aumento al valore massimo della serie storica nel secondo trimestre 2023. Nel 2022 oltre il 48% delle posizioni sono nel settore degli alberghi e ristoranti

di Redazione

Nel 2022, le posizioni con contratto intermittente sono 288 mila in media mensile e rappresentano il 2,1% delle posizioni dipendenti totali; nell’89% dei casi la qualifica è di operaio e in oltre l’83% il contratto è a tempo determinato. Oltre il 48% delle posizioni con contratto intermittente sono nel settore degli alberghi e ristoranti, dove rappresentano quasi il 12% dell’occupazione complessiva; nel settore dei servizi professionali e alle imprese sono arrivate a rappresentare quasi il 3% (poco meno del 19% dei lavoratori intermittenti totali). A dirlo è l’Istat, che lunedì 27 novembre 2023 ha pubblicato il focus La domanda di lavoro intermittente

Photo by Kate Townsend on Unsplash

Tra i lavoratori intermittenti, nel 2022, aggiunge l’Istat, le ore pro capite mensili mediamente retribuite ammontano a 44,5 e la retribuzione oraria lorda è pari a 11 euro. Nel settore degli alberghi e ristoranti si registra il valore minimo delle ore (39,6; -11% rispetto alla media), mentre nel settore delle attività professionali e a supporto delle imprese si osserva la retribuzione lorda più bassa, che arriva a 9,12 euro (-17% rispetto alla media). Questi due settori si caratterizzano anche per la quota più elevata di contratti intermittenti a termine (rispettivamente 86,8% e 84,2%).

Cosa si intende per lavoro intermittente, nello specifico? Lo spiega sempre l’Istituto nazionale di statistica: «Il contratto di lavoro intermittente prevede che il datore di lavoro, nei limiti di legge, possa utilizzare la prestazione lavorativa del dipendente in modo discontinuo o intermittente. Si tratta di una forma di lavoro estremamente flessibile, spesso caratterizzata da un ridotto contributo all’input di lavoro e da una bassa retribuzione che rappresentano, nonostante i numerosi tentativi di regolamentazione a tutela dei lavoratori, elementi potenziali di un’elevata precarietà».

Il lavoro intermittente, prosegue l’Istat, mostra un’elevata stagionalità, con picchi di domanda nei mesi estivi (particolarmente evidenti nel settore degli alberghi e ristoranti) e in quelli a ridosso delle festività invernali, quando si concentra nel settore del commercio. Il terzo e quarto trimestre dell’anno registrano pertanto la più alta intensità lavorativa che tuttavia non supera mai i 33 punti percentuali (sono cioè necessari tre lavoratori intermittenti per raggiungere l’orario di un lavoratore standard a tempo pieno). Le retribuzioni orarie dei lavoratori intermittenti mostrano i valori più elevati nel secondo e quarto trimestre dell’anno (in corrispondenza dell’erogazione della quattordicesima e tredicesima mensilità, pagate in relazione al totale delle ore effettivamente retribuite), una stagionalità – afferma l’Istat – che tuttavia nel corso del tempo si è affievolita a seguito della rapida espansione dei contratti a termine. 

Nel secondo trimestre 2023, il numero di posizioni intermittenti raggiunge il valore massimo della serie storica, pari a poco meno di 312 mila unità, grazie alla forte espansione rispetto al secondo trimestre 2022 (+6,1%); anche per le retribuzioni orarie il valore osservato è il massimo della serie, con una crescita rispetto allo stesso trimestre del 2022 del +2,3%; le ore pro capite mostrano invece una diminuzione sia rispetto al secondo trimestre 2022 (-1,6%) sia rispetto al secondo trimestre 2021 (-2%).

Nel periodo che l’Istat ha preso in esame (I trimestre 2010 – II trimestre 2023), il contratto intermittente ha registrato una rapida espansione – transitoriamente rallentata, osserva l’Istituto al riguardo, dagli interventi normativi finalizzati a contenerne l’uso improprio – che è stata frenata solo dalla crisi economica degli anni 2012-2014 e, successivamente, dall’emergenza sanitaria Covid-19. Il numero di questa tipologia di contratti tra il 2010 e il 2022 è raddoppiato, a fronte di una crescita più contenuta delle ore pro capite mensili mediamente retribuite (+31%) e delle retribuzioni orarie (+9%). Nel corso del periodo analizzato, tra i contratti intermittenti sono aumentati quelli a termine e, nel complesso, è quintuplicato il ricorso delle posizioni a chiamata nel settore dei servizi professionali e alle imprese.

 

Scrivi una replica

News

Usa 2024, Trump sceglie J.D. Vance come suo vice

La prima sorpresa emersa dalla convention repubblicana di Milwaukee, che si è aperta ieri, è il nome di J.D. Vance quale candidato vicepresidente di Donald…

16 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Ucraina, Mosca risponde a Zelensky su secondo vertice pace

Ieri l’apertura del presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’ipotesi di partecipazione di rappresentanti russi al secondo vertice sulla pace, oggi è invece arrivata la risposta, tiepida,…

16 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Israele-Hamas, proteste per chiedere accordo su liberazione ostaggi

Nelle ultime ore si sono registrate proteste lungo l’autostrada Ayalon di Tel Aviv, bloccata dai manifestanti che chiedono un accordo per la liberazione degli ostaggi…

16 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

«L’acqua del rubinetto è sicura nel 99% dei casi»

Nel 99,1% dei casi l’acqua potabile che arriva nelle nostre case rispetta i parametri sanitari microbiologici e chimici. Lo rende noto il CeNSiA, il Centro…

16 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia