Prosegue ancora nel 2022 la crescita delle aziende agrituristiche
Quelle attive registrano un aumento dell’1,8% sul 2021. Soprattutto al Sud, l’Istat osserva il consolidamento dell’imprenditoria femminile nel settore
di Redazione
Un settore in costante crescita, come certificato dall’Istat. Nel 2022 – informa appunto l’Istat in un report sul tema – le aziende agrituristiche attive sono 25.849 (+1,8% rispetto al 2021); la crescita maggiore si verifica nel Nord-ovest (+2,7%) e nel Nord-est (+2,4%). Mentre si registra in Toscana il tasso di attivazione (cioè le nuove aziende autorizzate sul totale) più alto (30%), in Sicilia il tasso di cessazione più basso (10%). In leggero aumento (+0,7% rispetto al 2021) la presenza delle donne imprenditrici, che sono più di un terzo di tutti i conduttori. Secondo le stime dell’Istat sono pari al 64% i Comuni “agrituristici”.
Un trend in espansione se si considera che nel 2004 le aziende agrituristiche erano poco più di 14 mila e oggi il loro numero è pressoché raddoppiato. Il tasso di crescita medio annuo è del 3,8% ed è praticamente omogeneo per tutte le macroaree, con valori che vanno dal 5,5% e 4,3% del Nord-ovest e del Centro, al 3,6% e al 3% delle Isole e del Sud fino al 2,8% del Nord-est. Degustazione, alloggio e ristorazione – spiega l’Istat – rappresentano i principali segmenti dell’offerta economica, rispecchiando «le diverse peculiarità territoriali del paese». Il tasso medio anno di crescita dell’offerta di degustazione – stima l’Istat – è maggiore al Nord-est e nelle Isole e per entrambe le macroaree è del 6%; la crescita della ristorazione è maggiore nel Centro (5,3%) e quella dell’alloggio è più alta nel Nord-ovest (4,5%) e nelle Isole (4,1%).
Ma in generale si registra un’offerta più ampia, che non si limita per forza alle tre macro-aree. Talvolta le aziende sono multifunzionali, vale a dire sono strutture che offrono almeno tre servizi. Nel 2022 lo sono poco meno di una su tre, registrando comunque un +43% rispetto al 2004 e rappresentando il 28,2% di tutte le strutture attive. Quelle che svolgono almeno due attività (bifunzionali) o un’attività (monofunzionali), osserva l’Istat, sono rispettivamente il 24,7% e il 44.1%. Il 28,1% delle multifunzionali si localizza al Centro, il 24,7% nel Nord-est, il 19,9% nel Nord-ovest, il 16,3% nel Sud e l’11% nelle Isole. Se si considera l’incidenza sul totale delle aziende agrituristiche per macroarea geografica il primato spetta alle Isole (45,8%), seguite dal Nord-ovest (37%), dal Sud (35,7%), dal Centro (21,8%) e dal Nord-est (24,8%). Tra le aziende multifunzionali quelle che non offrono alloggio e ristorazione sono il 31,3%.
Tra i dati più interessanti relativi al settore, la consolidata presenza femminile, soprattutto al Sud. Le donne alla guida delle aziende agrituristiche – spiega al riguardo l’Istituto nazionale di statistica – sono oltre 8.800 (34,1%), in leggero aumento rispetto allo scorso anno (+0,7%). La quota maggiore di conduttrici è al Sud (46,6%) con valori che sfiorano il 50% in Basilicata, in Campania (48%) e Calabria (47%). Nel Centro sono il 36%, con il Lazio e l’Umbria entrambi al 45% e, a livelli più contenuti, la Toscana al 31%. Pressoché simile la quota di conduttrici nelle Isole (36%) e nel Nord-ovest (36%), dove primeggia la Liguria con il 50% di aziende guidate da donne.