Il quadro economico: un inizio anno all’insegna delle incertezze
Secondo l’ufficio studi Confcommercio, l’economia italiana mostra luci e ombre. L’attività industriale ha riflesso, anche nei mesi finali del 2023, andamenti deludenti
di Redazione
Un inizio di 2024 che si conferma all’insegna delle incertezze: è quello che emerge dalla dell’ultima Congiuntura Confcommercio elaborata dall’ufficio studi dell’organizzazione. L’attività industriale – sostiene Confcommercio – ha mostrato, anche nei mesi finali dello scorso anno, andamenti deludenti, una situazione che stando alle attese degli imprenditori non dovrebbe modificarsi in modo sostanziale in questo frangente. Relativamente ai servizi, prosegue la nota dell’ufficio studi Confcommercio, pur permanendo molti degli spunti positivi che hanno guidato il recupero degli ultimi anni, le dinamiche appaiono più contenute frenate dalle difficoltà reddituali delle famiglie. Secondo le stime di Confcommercio, quindi, a gennaio il PIL è atteso registrare rispetto a dicembre una riduzione dello 0,1%. Su base annua questo andamento si tradurrebbe in un aumento dello 0,3%. Il debole inizio del 2024 conferma le difficoltà di raggiungere, nell’anno che è appena iniziato, una crescita superiore all’1%, afferma l’ufficio studi.
Nell’ultimo mese del 2023, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato una crescita dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2022. Anche a dicembre la domanda delle famiglie è stata orientata prevalentemente verso i servizi (+2,7% nel confronto annuo) a cui si è contrapposta una contenuta riduzione di quella relativa ai beni (-0,3%). I dati più recenti – prosegue l’ufficio studi Confcommercio – confermano la difficoltà della domanda di tornare su un sentiero di crescita meno incerto e diffuso. Situazione che trova conferma nell’alternanza di variazioni congiunturali, negative e positive, rilevata nei periodi più recenti dal dato destagionalizzato. Nella media del 2023 l’indicatore registra una variazione dello 0,1%, dato che conferma i consumi, misurati nella metrica dell’ICC, su un livello ancora inferiore del 3% rispetto al 2019. Il dato annuale è sintesi di un ritorno della domanda per i servizi sui valori pre-pandemici (+0,3%), sia pure con profonde differenze tra i diversi segmenti, mentre per il complesso dei beni il livello è ancora inferiore del 4,5%.
Il confronto con dicembre del 2022, aggiunge infine Confcommercio, segnala, per quasi tutte le funzioni di consumo andamenti in linea con quanto evidenziato nei periodi precedenti. Anche a dicembre i settori più dinamici si confermano l’automotive (+13,9%), i trasporti aerei (+14,8%) e i servizi ricreativi (+11,3%). I consumi legati al turismo si mantengono in territorio positivo (+3,1%). In recupero, anche a dicembre, la domanda di elettrodomestici (+1,8%), tornata a crescere da novembre dopo oltre un anno. Relativamente alle altre funzioni di consumo rimane difficile la situazione per l’abbigliamento e le calzature, gli alimentari (-1%) e i mobili (-3,3%). Nel complesso del 2023 molti segmenti di consumo evidenziano livelli della domanda distanti da quelli registrati nel 2019.