Impieghi e figure professionali, il possibile impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro
Secondo le stime del Fondo monetario internazionale l’AI potrebbe mettere a rischio il 60% dei posti di lavoro nelle economie avanzate
di Redazione
L’intelligenza artificiale è motivo di preoccupazione, ma anche di entusiasmo. Tuttavia ad oggi sembra prevalere il primo sentimento. Del resto sono gli stessi “protagonisti” di questa rivoluzione ad avvertire i governi dei potenziali rischi. Minaccia o opportunità, quindi? Dipende dall’uso che faremo della tecnologia e dall’efficacia che riusciremo ad impiegare nella mitigazione del rischio. Non a caso la questione è al centro del dibattito internazionale, con i leader mondiali consapevoli della necessità di adottare regole, possibilmente condivise. Questa settimana, ad esempio, la premier Giorgia Meloni ha incontrato Bill Gates proprio per discutere del tema. Se da un lato si immaginano vantaggi nel campo medico e scientifico (anche militare, con tutti i se e i ma di circostanza), dall’altro si temono ripercussioni più o meno immediate sul mercato del lavoro.
Secondo uno studio del Fondo monetario internazionale presentato in questi giorni a Davos, nell’ambito del World Economic Forum, a causa dell’intelligenza artificiale sarebbero a rischio il 60% dei posti di lavoro nelle economie avanzate. In quelle emergenti (40%) e nei paesi a basso reddito (26%) l’impatto – previsto al momento – sarà di entità inferiore.
Ci sono – afferma lo studio – diverse figure professionali che potrebbero sparire, ma non si tratta di un argomento del tutto nuovo. Già diversi rapporti, in questi anni, hanno messo in luce come l’automazione dei processi produttivi potrà mettere da parte mansioni e impieghi, soprattutto quelli più routinari. Ad ogni modo, tale scenario, è atteso più negli Stati Uniti e in Europa che altrove.
Stando ad una recente indagine del Pew Research Center, il 52% degli statunitensi è più preoccupato che entusiasta dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana. Nel 2022, afferma l’istituto, il 19% dei lavoratori americani svolgeva lavori maggiormente esposti all’AI, anche in settori più retribuiti dove una laurea e capacità analitiche possono essere un elemento di vantaggio. Un sondaggio di dicembre 2022 mostra che il 62% degli americani ritiene che l’intelligenza artificiale avrà un impatto notevole sui lavoratori in generale, anche se poi a temere un effetto significativo su di sé è “appena” il 28%. In Italia una rilevazione condotta da Swg per Italian Tech ha evidenziato una crescita dei pessimisti sull’intelligenza artificiale.