Nell’Ue sono 20 milioni i bambini a rischio povertà
Lo riferisce l’Unicef, aggiungendo che i più piccoli devono fare i conti con altre minacce: l’inquinamento, la salute mentale, la sicurezza online
di Redazione
Un quarto dei bambini dell’Ue, pari a 20 milioni, vive in condizioni di povertà o esclusione sociale. Lo rende noto un rapporto, “La condizione dei bambini nell’Unione europea”, realizzato dall’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che registra un peggioramento rispetto al 2019, quando la platea dei bambini a rischio esclusione sociale o in condizioni di povertà era meno estesa: rispetto a cinque anni fa, l’aumento è stato di un milione di bambini.
Diversi eventi – il biennio pandemico, la guerra in Ucraina scatenata dall’invasione russa, l’incremento dei prezzi dell’energia che ha spinto l’inflazione a livelli altissimi – hanno contribuito a peggiorare la situazione economica delle famiglie, danneggiandone il potere di acquisto. A subire le conseguenze peggiori sono state le famiglie a basso reddito, che devono destinare gran parte del loro budget all’acquisto di beni essenziali.
Il report evidenzia anche altre problematiche: sono oltre 11 milioni i bambini e gli adolescenti che soffrono di problemi di salute mentale, con un’incidenza maggiore tra i 15 e i 19 anni, pari a un quinto del totale. Una situazione parzialmente riconducibile alla pandemia da Covid-19, che ha causato un incremento dei disturbi mentali, senza risparmiare nessun Paese.
L’inquinamento rappresenta un’ulteriore minaccia: quasi un bambino su 20 è esposto a livelli elevati di pesticidi, con possibili danni alla salute e ritardi nello sviluppo. L’inquinamento atmosferico causa inoltre 472 decessi l’anno tra i bambini sotto l’anno di età.
Secondo l’Unicef, poi, il mondo digitale, pur offrendo opportunità, nasconde insidie: un bambino su otto dai 12 anni in su è regolarmente il destinatario di richieste online a sfondo sessuale.