Israele-Hamas, ora si teme uno stop ai negoziati
L’indomani della strage in cui almeno 112 palestinesi sono morti e in centinaia sono rimasti feriti mentre aspettavano gli aiuti alimentari a Gaza, ci si interroga sul futuro dei negoziati – in corso da giorni – per una tregua e il rilascio di ostaggi. La versione di Israele è che i soldati abbiano sparato in aria per disperdere la folla, che stava circondando i camion (mentre alcuni stavano tentando di saccheggiare le forniture). Secondo testimoni, poi, molte persone coinvolte nell’incidente sarebbero state investite dagli stessi camion che cercavano di passare nella calca. Tuttavia il ministero della Sanità di Gaza ha incolpato direttamente le forze israeliane e subito paventato l’ipotesi di trattative compromesse. Ma in generale la comunità internazionale ha condannato l’accaduto. Anche il presidente americano, Joe Biden, si è detto preoccupato per gli sforzi diplomatici a rischio. Gli Stati Uniti hanno però bloccato alla riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu la dichiarazione volta ad attribuire la responsabilità alle forze israeliane. Intanto Israele ha liberato nella notte (a sorpresa) circa 50 detenuti palestinesi che erano stati arrestati dopo il 7 ottobre. Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha riferito su X che la decisione dello Shin Bet è un gesto di distensione in vista del Ramadan, una scelta che però non ha condiviso «nel giorno in cui due ebrei sono stati uccisi» in un attentato.