Imprese del settore terziario sempre più “green”, ma per le piccole transizione ancora in salita
Indagine Confcommercio per l’iniziativa Imprendigreen: più del 50% delle aziende con 7-15 dipendenti investono su soluzioni sostenibili. Quelle guidate da giovani le più attive
di Redazione
Più del 50% delle aziende del settore terziario che investono in soluzioni ecologiche hanno tra i 7 e i 15 dipendenti, ma per le aziende più piccole il percorso verso la transizione ecologica è ancora impegnativo. Nonostante la crescente sensibilità verso le questioni ambientali, il 40% delle aziende ritiene che i costi per diventare sostenibili siano ancora elevati. Inoltre, il 25% lamenta un eccesso di burocrazia e normative di difficile comprensione e interpretazione. Nonostante ciò, il 40% delle aziende sceglie la sostenibilità per responsabilità ed impegno etico, mentre il 32% adotta comportamenti sostenibili perché conviene. Inoltre, il 27,8% delle aziende lo fa anche per migliorare la propria reputazione nei confronti di clienti e fornitori. È quanto emerge da un’indagine di Confcommercio sulla sostenibilità ambientale e gli investimenti green tra le imprese associate in occasione dell’iniziativa Imprendigreen.
Le aziende guidate da giovani imprenditori, osserva ancora Confcommercio, sono particolarmente attive in questo settore: il 90% di loro dichiara di voler promuovere la sostenibilità come parte integrante delle proprie attività. Per il 64% degli imprenditori, infatti, “green” significa ridurre l’impatto ambientale, ma per il 44% significa anche attuare iniziative per supportare il benessere fisico e mentale dei dipendenti, o ancora per il 42% significa progettare attività di formazione e crescita professionale.
Dalla ricerca si scopre anche che per ridurre i consumi energetici, il 40% delle aziende ha installato macchinari, impianti e/o apparecchi efficienti. Tra gli investimenti finalizzati al risparmio energetico, il 13% delle aziende ha optato per l’isolamento termico degli edifici e/o la realizzazione di edifici a basso consumo energetico, e quasi il 10% ha sostenuto la spesa anche in assenza di incentivi. Più marginale, invece, l’impegno delle aziende nella produzione di energia da fonti rinnovabili, sia elettrica (7,2%) che termica (4,4%), e nella realizzazione di impianti di cogenerazione, rigenerazione e/o per il recupero di calore (2,8%). Per queste iniziative, la maggior parte degli investimenti è stata effettuata grazie all’erogazione di incentivi.
Le azioni a supporto della mobilità sostenibile sono ancora poco diffuse, osserva tuttavia Confcommercio: in media, solo il 4,8% delle aziende ha acquistato veicoli elettrici o ibridi. Tuttavia, la quota di aziende che investono nella gestione sostenibile di energia e trasporti aumenta con il numero di dipendenti. I differenziali sono particolarmente elevati nell’ambito della co/rigenerazione e recupero di calore (dal 2,4% delle microimprese al 17,9% delle aziende con 30 o più dipendenti), per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi (dal 3,9% al 28,3%) e la produzione elettrica da fonti rinnovabili (dal 5,9% al 26,3%).
Infine, afferma Confcommercio, il 50% delle aziende ha adottato soprattutto interventi per ridurre i prelievi e i consumi di acqua, in particolare quelle del settore dei servizi e quelle di dimensioni minori. Seguono i trattamenti delle acque reflue per il controllo degli inquinanti, possibili solo in alcune realtà produttive, quelli per il riutilizzo e il riciclo delle acque e le azioni di controllo dei contaminanti ambientali, con un coinvolgimento crescente delle aziende di maggiori dimensioni.