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Usa 2024. Il tema aborto irrompe nella campagna elettorale

L’ex presidente Trump si è espresso nelle ultime ore sul tema, sempre più centrale nel dibattito pubblico. L’incognita Florida

di Fabio Germani

Donald Trump si è espresso sul tema dell’aborto, come del resto aveva promesso alcuni giorni fa. Lo ha fatto lunedì 8 aprile, pubblicando un video sul suo social Truth, poi ripreso dai media di tutto il mondo. Il suo pensiero, in estrema sintesi, è che ogni Stato deve poter decidere da sé, attraverso una legislazione in materia. Si è inoltre detto favorevole al ricorso della pratica in casi eccezionali, come lo stupro, l’incesto ed eventuali situazioni che abbiano a che fare con la salute delle donne. A prima vista, quella dell’ex presidente degli Stati Uniti (e di fatto candidato repubblicano alla Casa Bianca) sembra essere una non-posizione, dopo settimane di voci che si sono rincorse sulle sue idee al riguardo, spesso ritenute contraddittorie. Ma è un passaggio comunque importante della campagna elettorale perché la questione aborto è centrale alla luce delle recenti vicissitudini che hanno sconvolto la società statunitense, dopo la sentenza della Corte Suprema Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization del giugno 2022 che ha ribaltato la Roe v. Wade del 1973, con cui si era riconosciuto il diritto costituzionale all’aborto negli Stati Uniti. Ma per capire il quadro sono doverosi un paio di passi indietro.

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Il primo passo indietro ci conduce in Florida, dove la Corte Suprema dello Stato ha da poco dato il via libera alla legge voluta dal governatore Ron DeSantis che vieta le interruzioni di gravidanza a partire dalla sesta settimana, un lasso di tempo considerato troppo breve tra chi si batte per il diritto all’aborto. Allo stesso tempo, però, la Corte Suprema locale ha dato anche l’ok al referendum per alzare il limite, consultazione che si terrà a novembre contestualmente alle presidenziali. La mossa potrebbe rivelarsi un potenziale assist per i democratici, i quali – come hanno osservato diversi analisti politici – nutrono ora speranze inaspettate sulla Florida, da tempo Stato saldamente repubblicano. Il partito di Joe Biden e lo stesso presidente hanno avviato subito dopo la sentenza del 2022 una campagna pro-choice, che proprio quest’anno toccherà l’apice, data la stringente attualità dell’appuntamento di novembre 2024. Di conseguenza è probabile – o almeno questa è la speranza dei dem – che l’aborto sarà una questione fondamentale anche nelle scelte di voto generali in Florida. Quest’ultimo, poi, potrebbe non essere l’unico Stato chiamato ad esprimersi sull’aborto o sulle vicende relative all’interruzione di gravidanza: Arizona, Arkansas, Colorado, Missouri, Montana, Nebraska, Nevada e South Dakota registrano sforzi in questa direzione, mentre Maryland e New York sono gli altri due interessati da una sicura consultazione referendaria. 

Il secondo passo indietro riguarda Trump in persona. L’ex presidente ha espresso negli ultimi mesi diverse posizioni sull’aborto, di fatto correndo il rischio di alienare la porzione del proprio elettorato più intransigente in materia, ma confidando di recuperare terreno tra i più favorevoli o tra gli indecisi. Tuttavia tale andamento ondivago ha finito per surriscaldare gli animi di alcuni esponenti conservatori, tra i quali il suo ex vicepresidente (oggi avversario politico, in un certo senso), Mike Pence, o il senatore Lindsey Graham, per il quale dovrebbe esserci uno standard minimo a livello federale fissato a 15 settimane. 

Secondo un sondaggio Gallup diffuso a circa un anno dalla sentenza della Corte Suprema, il 34% degli americani ritiene che l’aborto dovrebbe essere legale «in qualsiasi circostanza», il 51% che dovrebbe esserlo «solo in determinate circostanze», mentre appena il 13% si dice contrario in termini assoluti. In ogni caso la maggioranza dei cittadini statunitensi (il 61%) giudica in modo negativo il ribaltamento della Roe v. Wade. I dati ufficiali dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention) sono antecedenti al periodo di giugno 2022, ma in un’elaborazione del Pew Research Center si osserva un calo ad un ritmo costante degli aborti nel paese dall’inizio degli anni ‘90. Anche Guttmacher – istituto specializzato, citato anch’esso dal Pew – afferma che nel 2020 negli Stati Uniti ci sono stati 14,4 aborti ogni 1.000 donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni, mostrando una diminuzione dal 1981, quando si rilevavano 29,3 aborti ogni 1.000 donne nella stessa fascia di età. Anche per il Pew Research Center, infine, il 62% degli adulti statunitensi sostiene che la pratica dovrebbe essere legale in tutti o nella maggior parte dei casi. 

L’uscita di Trump, insomma, potrebbe aver scontentato qualcuno nelle file repubblicane e tra le associazioni antiabortiste, ma di certo non soddisfa la controparte. Anzi, come ricorda il New York Times, tra gli altri, il presidente Biden ha sfruttato l’ambiguità della posizione di Trump per mettere in guardia gli elettori dalla possibilità che, se verrà eletto il suo rivale, i repubblicani MAGA al Congresso mireranno al divieto di aborto su base nazionale.

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