Israele-Hamas, raid su Rafah: più di 40 le vittime
L’attacco israeliano su Rafah, che ha colpito un campo di rifugiati palestinesi, è al centro del dibattito internazionale. Secondo diverse fonti il bilancio sarebbe salito a più di 40 vittime, anche se l’Idf ha sostenuto di aver mirato una sede di Hamas, uccidendo due leader dell’organizzazione. L’amministrazione statunitense, ha fatto sapere al Times of Israel un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, è a conoscenza della situazione e sta «raccogliendo ulteriori informazioni» sull’accaduto. Il procuratore generale militare israeliano, la generale Yifat Tomer Yerushalmi, ha affermato che il raid su Rafah è «sotto indagine», circostanza poi ribadita dal portavoce del governo, Avi Hyman. Molto critico nei confronti delle operazioni a Rafah il presidente francese, Emmanuel Macron, che su X si è definito «indignato». Le preoccupazioni sono rivolte ora alla ripresa dei negoziati tra le parti, che l’ultimo raid israeliano – secondo il Qatar, uno dei paesi mediatori – potrebbe compromettere ulteriormente. Anche la Giordania ha attaccato Israele per la recente condotta, mentre duro è stato il commento del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante una conferenza a Istanbul trasmessa dalla tv di Stato, il quale ha dichiarato che «come Turchia, faremo di tutto affinché questi barbari vengano ritenuti responsabili» per i «crimini» commessi. Scontri a fuoco al valico di Rafah, si sono registrati nelle ultime ore tra l’Idf e le forze egiziane. Secondo i media locali almeno un soldato egiziano è stato ucciso.