Le preoccupazioni dei cittadini europei e italiani nell’attuale scenario internazionale
La maggior parte dei cittadini europei si dice favorevole ad una politica di difesa e sicurezza comune. Secondo l’Eurispes il tema risulta divisivo per gli italiani
di Redazione
Il 77% dei cittadini europei è favorevole ad una politica di difesa e sicurezza comune tra i paesi dell’UE, mentre il 71% concorda sul fatto che quest’ultima debba rafforzare la propria capacità di produrre attrezzature militari. Allo stesso tempo, il 69% dei cittadini dell’UE è favorevole ad una politica estera comune degli Stati membri. Il 67%, inoltre, si dice d’accordo riguardo l’idea che l’Unione europea sia un luogo di stabilità e il 69% che l’UE abbia potere e strumenti sufficienti per difendere gli interessi economici nell’economia globale. Questo il quadro che emerge dall’Eurobarometro di maggio, un sentimento che va anche collocato all’interno dell’incerto contesto dettato dagli attuali conflitti internazionali e le relative polemiche (locali e comunitarie) sul tipo di risposta che l’Europa è chiamata a dare. Un tema, a sua volta, riconducibile alle politiche che l’UE dovrà adottare nel prossimo futuro e che sono ora al centro della campagna elettorale in vista dell’appuntamento per il rinnovo del PE in programma l’8 e 9 giugno.
Rispetto all’aggressione russa in Ucraina, quasi nove cittadini europei su dieci (87%) esprimono unità nel fornire sostegno umanitario alle persone colpite dalla guerra e più di otto su dieci (83%) sono d’accordo nell’accogliere nell’UE le persone in fuga dal conflitto. Il 72% dei cittadini dell’UE è favorevole alle sanzioni economiche nei confronti del governo, delle aziende e dei singoli individui russi e il 70% è d’accordo nel sostegno finanziario all’Ucraina. Sei su dieci, poi, approvano che l’UE finanzi l’acquisto e la fornitura di attrezzature militari destinate a Kiev e che conceda all’Ucraina lo status di candidato all’adesione all’Unione.
Ma è chiaro che la guerra rappresenti anche un motivo di preoccupazioni, oltretutto aggravato dalla situazione in Medio Oriente. Ne sappiamo qualcosa in Italia, dove secondo l’Eurispes – che nei giorni scorsi ha diffuso il Rapporto Italia 2024 – nutriamo timori proprio sui temi legati ai conflitti internazionali. Ai primi cinque posti delle preoccupazioni degli italiani, afferma l’Eurispes, ci sono la precarietà lavorativa (13,8%, ma la percentuale tra i giovani sale al 36,9%), i conflitti internazionali (12,8%), la possibilità che si ammalino le persone care (12,5% vs 18,1% dello scorso anno, osserva l’istituto), l’aumento di luce, gas e affini (12,3% contro il 16,3% del 2023), il possibile coinvolgimento dell’Italia nei conflitti internazionali (10,2%).
Nello specifico della politica di difesa e sicurezza comune, già osservate nell’Eurobarometro, l’Eurispes – che ricorda, appunto, come la guerra in Ucraina abbia cambiato, dopo decenni, la politica europea in merito alla Difesa, aprendo l’Unione alla possibilità di creare un esercito comune e aumentando le risorse dedicate al riarmo – rileva che il tema delle risorse destinate a questo capitolo di spesa risulta essere divisivo per gli italiani. Se il 36,2% ritiene infatti che in questo momento storico esse rappresentino un costo, il 30,5% le vede invece come un investimento. Non ha un’opinione in merito, invece, un italiano su tre (33,3%).