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Lavoro: occupazione a livelli record nell’area Ocse

Nell’Employment Outlook si registrano segnali positivi anche sul fronte dei salari. Male, però, l’Italia

di Redazione

Nell’area Ocse, che raccoglie le 38 economie tra le più sviluppate a livello globale, l’occupazione ha registrato un record, superando il livello pre-pandemia. Contestualmente il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello più basso dal 2001. Lo rende noto l’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, diffondendo l’Employment Outlook che misura lo stato di salute del mercato del lavoro dell’area. Che s’è rivelato particolarmente dinamico, nonostante le molteplici sfide incontrate negli ultimi anni, dalla pandemia alla crescita a ritmi sostenuti dell’inflazione.

Foto di Scott Graham su Unsplash

Nel rapporto sono raccolte anche le previsioni per il futuro, al momento positive: secondo gli analisti dell’Ocse, l’occupazione – attualmente, appunto, a livelli record: a maggio, nell’area Ocse, i posti di lavoro erano 662 milioni, pari al 25% in più rispetto al 2000 – dovrebbe continuare a crescere dello 0,7% circa l’anno tanto nel 2024 quanto nel 2025. Il tasso di disoccupazione a maggio, pari al 4,9%, dovrebbe invece aumentare leggermente.

Per il mercato del lavoro, dunque, il futuro si prospetta positivo. Le incognite, comunque, non mancano: l’Ocse ricorda infatti che la lotta ai cambiamenti climatici porta con sé profonde trasformazioni. Se da un lato alcuni comparti ad alta intensità di emissioni, come quelli legati ai combustibili fossili, subiranno un ridimensionamento, dall’altro si apriranno nuove opportunità nei settori cosiddetti “verdi” (energie rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare…).

Da qui, sottolinea l’Ocse, la necessità di accompagnare questa transizione in modo efficace, investendo in programmi di formazione mirati per dotare i lavoratori delle competenze necessarie per i nuovi posti di lavoro green. Allo stesso tempo, è fondamentale offrire sostegno a chi rischia di perdere il lavoro a causa della transizione, sia con misure di ricollocamento che con percorsi di riqualificazione professionale.

Capitolo salari. Nel primo trimestre del 2024 la crescita tendenziale dei salari reali era positiva in 29 dei 35 paesi i cui dati erano disponibili e pari a +3,5% in media nell’area. Da segnalare, la performance negativa per il nostro Paese: in Italia i salari reali hanno registrato un crollo rispetto al quarto trimestre del 2019 del 6,9%. Peggio hanno fatto solo la Repubblica Ceca e la Svezia.

 

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