Medvedev: «Kiev nella Nato sarebbe dichiarazione di guerra»
La Russia torna a ribadire il rischio mondiale di escalation in caso di adesione dell’Ucraina alla Nato, processo che la stessa Alleanza ha collocato, nell’ambito del recente vertice a Washington, in un «percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica». Stavolta a mettere in guardia è l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev. L’adesione di Kiev alla Nato, ha dichiarato al notiziario Argumenty I Fakty, «sarebbe una dichiarazione di guerra». «Le azioni che gli oppositori della Russia stanno intraprendendo contro di noi da anni, espandendo l’alleanza, portano la Nato a un punto di non ritorno», ha quindi aggiunto. Ma Mosca è attenta anche agli scenari internazionali futuri, in particolare alle elezioni americane di novembre. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, «sotto Trump non è stato fatto nulla di particolarmente buono per la Russia, al contrario, sono state introdotte sempre più restrizioni». Ma nonostante ciò, ha infine ricordato, «c’era un dialogo». Oggi il ministero della Difesa russo ha comunicato lo scambio di 95 prigionieri tra Mosca e Kiev, circostanza poi confermata dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Intervistato dall’agenzia Ria Novosti, il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha riferito che «per quanto ne sappiamo, si stanno facendo sforzi per tenere il prossimo round della conferenza di pace» sull’Ucraina «quest’anno, cosa che sicuramente accoglieremmo con favore e apprezzeremmo». «Credo che se vogliamo sperare che una futura conferenza di pace abbia successo, dobbiamo assicurarci che entrambe le parti siano rappresentate», ha quindi aggiunto Szijjarto.