Il manifatturiero dell’Ue è ancora in difficoltà
L’ultima analisi PMI di S&P Global, prevede un calo dell’indice a 45,3 punti a luglio: la sedicesima contrazione mensile consecutiva
di Redazione
Dopo due incrementi consecutivi, rispettivamente dell’8,5% nel 2021 e dello 0,4% nel 2022, la produzione di beni manifatturieri nell’UE ha registrato un calo dell’1,2% nel 2023, e si teme che un andamento simile possa verificarsi anche quest’anno.
Secondo un’analisi pubblicata questa mattina da Eurostat, la produzione europea, dopo una leggera diminuzione nel 2013 e 2014, è cresciuta fino al 2018. Nel 2019 c’è stata una lieve flessione del valore della produzione venduta, seguita da una diminuzione più marcata nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19.
Le misure di contenimento introdotte nei paesi dell’UE hanno avuto un impatto significativo sulla produzione industriale, ma nel 2021 e nel 2022 si sono registrati aumenti in tutti i comparti del settore. In termini nominali, il valore della produzione venduta nell’UE è passato da 5.895 miliardi di euro nel 2022 a 5.992 miliardi di euro nel 2023, con un incremento dell’1,6%.
Per quanto riguarda il 2024, i dati finora osservati sono deludenti. Secondo le stime più recenti di S&P Global, a luglio l’indice PMI dovrebbe attestarsi a 45,3 punti, peggiorando rispetto ai 46,1 di giugno e prolungando la sequenza di contrazione a 16 mesi, con inevitabili conseguenze sull’occupazione: la forza lavoro manifatturiera ha registrato il calo più elevato del 2024.
Commentando i dati PMI flash, Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso HCOB, ha affermato che è «inquietante osservare con quale costanza le aziende del settore manifatturiero stiano riducendo mensilmente i loro livelli di personale, con un ritmo di decremento cambiato minimamente negli ultimi dieci mesi».