Israele, sciopero nazionale contro il governo
Sono ore, giorni di rabbia in Israele. Il ritrovamento dei corpi di sei ostaggi, tra i quali un cittadino americano, nell’area di Rafah – secondo l’Idf sarebbero stati uccisi da Hamas prima dell’arrivo delle forze israeliane – ha scatenato malumori e fatto riemergere un malcontento ormai diffuso da tempo. Per questo il principale sindacato israeliano ha indetto uno sciopero allo scopo di indurre il governo a trovare un accordo con il gruppo palestinese prima che sia troppo tardi. Passi in avanti nelle trattative se ne sono registrati pochi nelle ultime settimane e, stando a quanto riferito da un alto dirigente dell’amministrazione Biden al Washington Post, Stati Uniti, Egitto e Qatar stanno ancora lavorando ad un accordo tra le parti da «prendere o lasciare», a sottolineare cioè che «non si può continuare a negoziare, questo processo deve essere interrotto a un certo punto». Il presidente americano Joe Biden (insieme alla sua vice e candidata alla Casa Bianca, Kamala Harris) parteciperà nelle prossime ore ad un incontro con i negoziatori statunitensi per fare il punto della situazione, mentre la crisi in Medio Oriente appare distante dall’essere risolta in breve tempo. Allo sciopero di oggi in Israele hanno aderito alcune compagnie aeree, che nell’aeroporto internazionale di Ben-Gurion hanno sospeso i voli in partenza tra le 8 e le 10 (ora locale), poi banche, uffici governativi, centri commerciali, mentre il trasporto pubblico sta operando in modo limitato. La mobilitazione, in programma fino alle 18 (ora locale) ha interessato diversi comuni, tra cui Tel Aviv, ma non Gerusalemme. Esponenti del governo si sono detti contrari all’iniziativa, considerata motivata da un punto di vista politico.