Mosca: «Aumento soldati dovuto a minacce lungo i confini»
L’ordine di aumentare il numero dei soldati dell’esercito di 180 mila unità? Si deve al «numero di minacce che esistono lungo il perimetro» dei confini. Così il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha motivato, citato dalle agenzie russe, la decisione del presidente Vladimir Putin di allargare l’esercito, portandolo a un totale di 1,5 milioni di unità (il decreto entrerà in vigore a dicembre). «Ciò è causato dalla situazione estremamente ostile ai confini occidentali e dall’instabilità ai confini orientali, pertanto è necessario adottare misure adeguate», la spiegazione di Peskov. In questi giorni si è discusso a lungo anche della possibilità che alcuni paesi possano concedere alle forze ucraine l’uso a lungo raggio delle forniture di armi sul territorio russo, una circostanza per cui Putin aveva avvertito – in particolare Stati Uniti e Regno Unito – sulle conseguenze di quello che verrebbe ritenuto un coinvolgimento diretto nel conflitto. «Spetta ai singoli alleati prendere queste decisioni, ma è importante che ci consultiamo attentamente su queste questioni», è il punto di vista del segretario generale uscente della Nato, Jens Stoltenberg, intervistato dalla radio britannica Lbc. Tuttavia The Times scrive, citando alcune fonti, che Londra «non agirà di propria iniziativa» al riguardo. La scorsa settimana il premier Keir Starmer è stato alla Casa Bianca da Joe Biden per discutere anche di questa faccenda, senza però giungere ad una conclusione definitiva. Intanto proseguono i combattimenti e nelle ultime 24 ore il servizio stampa del ministero dell’Energia di Kiev, secondo quanto riferito dai media ucraini, ha fatto sapere che i russi hanno preso di mira infrastrutture civili nelle regioni di di Donetsk, Kharkiv, Cherkasy, Chernihiv e Sumy.