Mosca: «Cambio dottrina nucleare segnale a paesi ostili»
Il Cremlino sottolinea che le modifiche della dottrina nucleare annunciate dal presidente russo, Vladimir Putin, sono un segnale chiaro rivolto ai paesi ostili. Putin si è espresso in questo senso ieri, durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale. Nell’occasione il presidente russo ha illustrato una nuova versione della deterrenza, per cui Mosca riterrà un attacco congiunto l’aggressione da parte di un qualsiasi Stato non nucleare con il sostegno di uno Stato nucleare. Uno scenario, dunque, che potrebbe complicare non poco il quadro relativo alla guerra in Ucraina. Ad ogni modo, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha anche precisato, citato dalla Tass, che la Russia non ha «piani di questo tipo» riguardo un eventuale aumento del proprio arsenale nucleare. Dall’UE, il portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Peter Stano, ha commentato che «non è la prima volta che Putin gioca a fare scommesse con il suo arsenale nucleare, è la prosecuzione di un comportamento irresponsabile e inaccettabile da parte sua che mostra a tutto il mondo, soprattutto durante l’Assemblea generale dell’Onu, il suo vero volto». Oggi, intanto, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sarà a Washington, dove incontrerà Joe Biden e la sua vice Kamala Harris (a rischio, invece, l’incontro con Donald Trump), ai quali illustrerà il suo “piano per la vittoria”. Nel frattempo, su X, Zelensky si è detto «grato» a Biden, al Congresso americano e a entrambi i partiti, repubblicano e democratico, «così come all’intero popolo americano, per l’annuncio odierno di importanti aiuti alla difesa all’Ucraina per un totale di 7,9 miliardi di dollari e per l’introduzione di nuove sanzioni contro la Russia».